Shale oil: è boom negli Stati Uniti

Shale oil: è boom negli Stati Uniti

Negli ultimi decenni gli Stati Uniti, uno dei più importanti produttori di idrocarburi nel mondo, hanno conosciuto una fase di stasi nel settore. A risollevare la situazione è stata l’estrazione tramite fratturazione idraulica del petrolio “non convenzionale”, lo shale oil. Grazie all’olio di scisto gli Stati Uniti hanno superato la produzione petrolifera dell’Arabia Saudita e potrebbero sorpassare anche quella della Russia, primo produttore nel mondo.

 

Fino a pochi anni fa si parlava spesso di “picco del petrolio”, cioè del punto più alto della produzione di greggio, oltre il quale sarebbe iniziato il declino, dovuto alla disponibilità limitata rispetto a una domanda sempre crescente. Questa valutazione riguardava esclusivamente il petrolio convenzionale, che si estrae dai giacimenti terrestri e marini più accessibili.

La tecnica del fracking
Negli ultimi anni è decollato lo sfruttamento del petrolio “non convenzionale” contenuto nelle sabbie bituminose e in rocce poco permeabili chiamate argilloscisti (shale), da cui era difficile estrarre il greggio. In particolare, è possibile ottenere lo shale oil da queste rocce grazie a una nuova tecnica basata sulla fratturazione idraulica (fracking), applicata anche alla produzione di shale gas.
L’estrazione si effettua raggiungendo il giacimento con pozzi verticali, che proseguono poi orizzontalmente lungo gli strati sedimentari, nei quali si iniettano acqua e sabbia ad alta pressione. L’acqua frantuma gli scisti e la sabbia mantiene aperte le microfratture, dalle quali si possono agevolmente estrarre gli idrocarburi. Questa tecnica, che ha fortemente abbassato i costi di estrazione, non è però esente da danni ambientali, dal momento che inquina le falde acquifere e, come sembra essere stato dimostrato, attiva numerosi microsismi.

La tecnica della fratturazione idraulica

Shale oil negli Stati Uniti e nel mondo: evoluzione e nuovi scenari
Il fracking ha trovato largo impiego in numerosi Paesi, come Canada, Brasile, Russia e Sudafrica, ma soprattutto negli Stati Uniti.
Le risorse di olio di scisto e gas di scisto stimate negli Stati Uniti e in 137 giacimenti in 41 altri Paesi rappresentano il 10% del petrolio greggio mondiale e il 32% delle risorse di gas tecnicamente recuperabili.

I giacimenti di shale oil e shale gas nel mondo nel 2013 (con e senza stime delle risorse). Fonte: EIA

Gli USA, grandi consumatori di energia fossile, sono sempre stati tra i primi produttori di idrocarburi nel mondo. Nell’ultimo decennio, tuttavia, la produzione ha attraversato una fase di stasi, a causa di diversi fattori. Prima di tutto, una maggiore attenzione all’ambiente porta il presidente Obama a sospendere i progetti di nuove estrazioni in Alaska e fermare gli oleodotti destinati a portare il petrolio verso il cuore del Paese. Poi l’incidente del 2010 alla piattaforma Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico, determina l’arresto di molti giacimenti offshore. Infine il crollo del prezzo del greggio – da oltre 100 $ al barile nel 2010 a meno di 40 nel 2015 – rende poco conveniente la ricerca di nuovi giacimenti.
A partire dal 2017 questa tendenza sembra essersi invertita: la nuova amministrazione Trump ha dato il via allo sfruttamento del petrolio dell’Alaska, le piattaforme del Golfo del Messico hanno ricominciato a produrre e il prezzo del greggio ha ripreso quota. Quest’ultimo fattore, in particolare, ha rilanciato lo shale oil, più costoso del petrolio convenzionale, e in poco tempo la produzione statunitense è decollata.

La produzione totale di petrolio nel mondo nel 2016. Fonte: EIA

Nel dicembre 2017 è stato annunciato che, grazie allo shale oil, gli USA hanno superato la produzione petrolifera dell’Arabia Saudita, con 10,038 milioni di barili al giorno (di cui 2,4 di shale oil), contro i 9,95 del Paese arabo (Energy Information Administration – EIA). A breve gli Stati Uniti potrebbero superare gli 11,33 milioni di barili della Russia, attualmente il primo produttore mondiale di greggio. Russia e Arabia Saudita, infatti, hanno imposto dei limiti alla propria produzione per evitare un nuovo calo dei prezzi del petrolio, mentre gli Stati Uniti affidano il livello di produzione esclusivamente alle leggi del mercato.

 

Fare Geo

  • Descrivi con parole tue il disegno che illustra la tecnica del fracking, traducendone i termini in italiano.
  • Documentati sui fattori ambientali che avevano spinto l’amministrazione Obama a bloccare l’incremento della produzione petrolifera dell’Alaska e la costruzione di nuovi oleodotti. Poi discutine in classe con i compagni.
  • Dopo una ricerca in rete, ricostruisci la graduatoria dei primi produttori mondiali di greggio e gas, dal 2000 a oggi. Con i dati raccolti compila una tabella.
  • In Italia sono presenti giacimenti di shale oil e shale gas? È ammessa l’applicazione di questa tecnologia? Spiega il perché. Fai il punto sui possibili vantaggi e svantaggi della fratturazione idraulica.

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