Ogni anno 150 miliardi di metri cubi di metano vegnono bruciati e buttati via senza essere sfruttati.
Si tratta del metano che risale in superficie nei pozzi di petrolio e, nelle strutture non attrezzate per il suo recupero e utilizzo, viene fatto bruciare con giganteschi falò, detti “flare gas”, per evitare il rischio di incendi. E’ la notizia riportata da La Stampa.
A parte lo spreco di combustibile che è valutato in 20 miliardi di dollari, il danno all’ambiente è elevato: l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera equivale a quella emessa da 77 milioni di auto e contribuisce ad accrescere l’effetto serra.
Attualmente sono moltissimi i pozzi in cui si brucia il metano giorno e notte, soprattutto nell’Africa occidentale, nel Medio Oriente e in Russia: nelle foto notturne riprese dallo spazio le torce del flare gas sono visibilissime, anche più delle città.
Lo studio è stato eseguito dalla General Electric ed è consultabile, in inglese, nel sito GE Energy.