La cooperazione internazionale fa scuola

La cooperazione internazionale fa scuola

di Viviana Brun, CISV-Ong 2.0

In occasione della Settimana Scolastica della Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, molte sono le iniziative realizzate dalle scuole che partecipano al progetto “Parlez-Vous Global?”.
All’Istituto Pietro Gobetti di Rivoli, per esempio, un’intera giornata è stata dedicata ai temi della cooperazione internazionale, con tante attività e workshop. Due, in particolare, i laboratori ispirati alle unità di apprendimento proposte sul sito di “Parlez-Vous Global?”, che hanno messo l’accento su quel particolare settore della cooperazione internazionale che si occupa di migrazioni e di educazione alla cittadinanza mondiale.

I ragazzi di tutta la scuola hanno avuto la possibilità di scegliere i laboratori a cui partecipare, secondo le loro inclinazioni e i loro interessi.
Il primo laboratorio si è basato sull’unità di apprendimento “Lascereste casa vostra?”, in cui i ragazzi sono stati sollecitati a riflettere su cosa significhi lasciare la propria casa, il proprio quartiere, la propria città e a immaginare dove andare. La maggior parte di loro ha indicato un posto conosciuto, ove vi siano parenti o amici disposti ad accoglierli. Il laboratorio si è concluso con un gioco di ruolo per sviluppare l’empatia, riflettere con coinvolgimento su quali siano le ragioni che spingono le persone a migrare e analizzare gli effetti della migrazione sugli individui, sulle famiglie e sulle comunità di partenza e di arrivo.
Il secondo laboratorio è stato un’occasione per acquisire consapevolezza sugli stereotipi che fondano talvolta le nostre idee. Per realizzare questo laboratorio la professoressa si è ispirata all’unità di apprendimento “Pregiudizi e stereotipi”. I ragazzi si sono misurati con le domande del “MigraQuiz”, cercando di quantificare il numero dei migranti in Italia e rendendosi conto di essere spesso vittime di percezioni sbagliate.

Nessuno è del tutto esente da stereotipi e pregiudizi. Attraverso la visione di uno dei video registrati a febbraio in Benin durante la visita di scambio tra professori piemontesi e beninesi, si scopre che anche le domande e le curiosità che i ragazzi africani hanno nei confronti dei ragazzi europei tradiscono un’idea della realtà talvolta un po’ distorta.
Partendo dalle risposte alle domande dei ragazzi beninesi, gli studenti raccontano la loro realtà e riflettono su come vengono accolti gli stranieri nella loro città e su quali sono le reazioni e gli atteggiamenti più comuni.

In un anno importante come quello europeo per la sviluppo (EYD2015) le attività di “Parlez-Vous Global?” nelle scuole continuano, sia nel nord che nel sud del mondo, grazie all’impegno diretto e a una nutrita collezione di unità di apprendimento e strumenti disponibili sul sito internet del progetto: una vera e propria cassetta degli attrezzi messa a disposizione di tutti gli insegnati, per lavorare in classe sui tanti temi connessi alla cittadinanza mondiale e alle migrazioni, in ogni momento dell’anno.

www.parlezvousglobal.org

 

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