L’Africa, fino a un secolo fa ancora in gran parte inesplorata, oggi è tra le zone in cui la natura è più a rischio per colpa dell’uomo. Ben 13 dei 19 Patrimoni dell’Umanità naturali dell’Unesco inseriti nella lista di quelli in pericolo si trovano infatti nel continente africano.
Queste aree, in cui fino ad oggi sono riusciti a sopravvivere animali e piante dalle caratteristiche uniche, presentano habitat molto diversi: dal deserto alle savane, alle foreste pluviali, alle paludi e anche alle montagne tropicali dove la vegetazione
rigogliosa arriva a oltre quattromila metri di quota.
Dal deserto alle savane
L’Air and Ténéré Natural Reserves, nel Sahara del Niger, è la più vasta area protetta dell’Africa, 77.000 km² (oltre tre volte la Sicilia). Comprende le distese sabbiose dell’erg del Ténéré e i massicci montuosi dell’Air, con le rocce di marmo blu e le piccole nicchie in cui riesce a crescere la vegetazione. Qui vivono le antilopi del deserto, a rischio di estinzione, fennec, ghepardi, ma anche molti uccelli e rettili.
La zona è in pericolo a causa dei conflitti in atto che impediscono le attività di controllo e protezione dell’area.
Il Niokolo-Koba National Park, in Senegal, si estende lungo il fiume Gambia alternando foreste a galleria, savane e pianure alluvionali paludose. Ben 1.500 le specie vegetali presenti e molti gli animali, con la più grande antilope del mondo, poi leoni, elefanti, oltre trecento specie di uccelli, anfibi, rettili e un gran numero di invertebrati.
I rischi comprendono il bracconaggio, il pascolo illegale, ma anche gli incendi e il progressivo prosciugamento delle zone umide.
Il Simien National Park, che si trova tra le montagne dell’altopiano etiopico, offre paesaggi spettacolari tra alte cime (qui si trova la vetta più elevata dell’Etiopia, il monte Ras Dejen), lunghe scogliere e profondi canyon. Il parco ospita alcuni animali endemici rari e a rischio di estinzione, come il babbuino Gelada, la volpe Simien e lo stambecco Walia.
Purtroppo l’aumento degli insediamenti umani, l’utilizzo per pascolo, gli incendi e l’erosione mettono in grave pericolo l’integrità del parco. Parecchi stambecchi si sono spostati fuori della zona protetta proprio a causa degli insediamenti.
Il Parco Nazionale Comoé, in Costa d’Avorio, presenta una grande varietà di habitat con savane arbustive e foreste pluviali che possono crescere grazie alle acque del fiume Comoé. Caratteristici i rilievi isolati monolitici che si alzano nella pianura, mentre lungo il corso del fiume si incontrano varie cascate. Una flora ricca di biodiversità dove trovano rifugio molti animali come ippopotami, coccodrilli e numerosi uccelli migratori.
Anche qui il pericolo è dato dalle attività di bracconaggio e dal pascolo illegale.
Tra la Costa d’Avorio e la Guinea si trova il Mount Nimba Strict Nature Reserve, una catena montuosa che culmina a 1.752 m di quota nel monte Nimba, coperta da una ricca vegetazione che passa dalle foreste delle basse pendici alle praterie montane delle cime. Moltissime le specie endemiche sia vegetali sia animali. Qui vivono alcuni scimpanzé che utilizzano pietre come strumenti.
Il sito è in pericolo a causa della concessione mineraria per l’estrazione di ferro e per l’arrivo di numerosi rifugiati nella zona della riserva situata in Guinea.
Il Manovo-Gounda St Floris National Park, nella Repubblica Centrafricana, si trova nel Sahel, la zona di transizione tra il deserto del Sahara e le foreste pluviali. Comprende vaste savane e pianure alluvionali abitate da una ricca fauna. Grandi mammiferi, come rinoceronti neri, elefanti, ippopotami, leopardi, ghepardi, gazzelle e bufali, poi numerosi uccelli acquatici e rapaci.
Nel sito sono stati rilevate attività di bracconaggio (catturata anche l’80% della fauna selvatica del parco) e pascolo illegale. Il deterioramento dell’ambiente naturale e i pericoli per la sicurezza hanno costretto ad interrompere i piani di sviluppo per un turismo ecologico.
Il bacino del Congo
I cinque patrimoni naturali della Repubblica Democratica del Congo sono tutti in pericolo. Tutti sono a rischio per le attività di bracconaggio e il pascolo illegale, poi incendi, costruzione di strade e insediamenti e carenza di fondi per il servizio di protezione.
Il Salonga National Park, è l’unico situato al centro del bacino del fiume Congo e comprende la più vasta zona protetta di foresta pluviale (oltre 36.000 km²). E’ diviso in due parti separate da un corridoio non protetto e comprende zone non ancora esplorate. Qui si trovano molti animali endemici a rischio di estinzione, come i bonobo (gli scimpanzé pigmei), l’elefante di Bush e il pavone del Congo, animali che, data la grande estensione del parco, possono vivere indisturbati. Per proteggere il parco sorge però la necessità di collegare le due aree con un corridoio che permetta agli animali di passare da una zona all’altra.
I quattro siti della regione orientale, ai margini della Rift Valley, sono in pericolo anche per i conflitti in atto. Qui le foreste servono da nascondiglio ai miliziani che saccheggiano e uccidono la selvaggina. Anche i profughi che hanno dovuto abbandonare le loro terre vi giungono in cerca di un rifugio.
Il Garamba National Park alterna foreste a galleria a savane e paludi ed ospita il rinoceronte bianco, uno dei grandi mammiferi più a rischio di estinzione, ne rimane soltanto una trentina di esemplari.
L’Okapi Wildlife Reserve si trova nel nordest del Paese, e occupa parte della foresta dell’Ituri (affluente del Congo). Caratteristiche sono le cicadee giganti ituraniensis che crescono anche sulle rocce di granito. La riserva prende il nome dall’okapi, un mammifero endemico della regione, ma nel parco vivono molti altri mammiferi in pericolo, in particolare 17 specie di scimmie tra cui gli scimpanzé.
Il Virunga National Park si estende dalla pianura alle alte montagne del Ruwenzori dove cresce una vegetazione afro-alpina con felci, seneci e lobelie. Nel sito, che ospita gli ultimi gorilla di montagna e altre specie endemiche a rischio, si trovano i vulcani più attivi dell’Africa.
Il Kahuzi-Biega National Park, tra i più a rischio della zona orientale, si trova vicino al confine ruandese in una zona vulcanica con due vulcani quiescenti da cui il parco prende il nome. Qui vivono alcuni gorilla di pianura, oltre a molti altri animali endemici.
I parchi meridionali
Le foreste pluviali dell’Atsinanana, in Madagascar, comprendono sei parchi nazionali distribuiti lungo la zona orientale dell’isola. Sono quanto rimane delle vaste foreste di un tempo e sono necessarie per la sopravvivenza delle innumerevoli specie endemiche di questa grande isola rimasta isolata da oltre 60 milioni di anni. Molte le specie a rischio di estinzione, in particolare i lemuri, poi rane, pipistrelli, rettili…
I pericoli provengono dal diboscamento illegale che continua a ridurre la copertura forestale e dal bracconaggio diretto soprattutto alle specie più rare.
La riserva Selous Game in Tanzania, uno dei più vasti parchi faunistici del mondo, si estende su 54.600 km² e comprende molti habitat diversi, dalle distese di savane alle foreste pluviali, alle paludi. Caratteristici i fiumi di sabbia, che nella stagione delle piogge diventano torrenti impetuosi, e i boschi miombo, foreste decidue dove prevalgono gli alberi di miombo (genere Brachystegia), specie tipiche dell’Africa centro-meridionale. Oltre duemila le specie di piante individuate. La riserva ha una grande importanza a livello mondiale per la conservazione della biodiversità poiché ospita un gran numero di animali, soprattutto i grandi mammiferi (elefanti, ippopotami, rinoceronti, antilopi…), poi uccelli, rettili, invertebrati.
In pericoli sono dovuti alle grandi dimensioni che rendono difficile monitorare e proteggere tutta l’area del parco. Inoltre gran parte delle infrastrutture presenti sono ormai deteriorate per mancanza di fondi.
Fare Geo
• Osserva la carta con la localizzazione dei siti, confrontala con una carta dell’Africa che riporti i paralleli e individua quello situato sull’Equatore e i siti che si trovano più a sud, nell’emisfero australe.
• Fai un elenco degli ambienti presenti in questi parchi e fai una ricerca precisando per ciascuno le caratteristiche climatiche e il tipo di vegetazione che vi cresce.