Land grabbing, la corsa all’oro del XXI secolo

Land grabbing, la corsa all’oro del XXI secolo

Il “land grabbing”, “accaparramento delle terre”, è la nuova corsa all’oro. Ma questa volta le risorse preziose non sono quelle nascoste nel terreno, dall’oro del XIX secolo al petrolio del secolo scorso. Oggi è la terra stessa la risorsa che grandi multinazionali agroalimentari ed enti governativi stranieri cercano di accaparrarsi.French_Guiana_Cacao_ananas_plantation
Grandi distese di terreni agricoli acquistati a basso costo che sottraggono agli abitanti importanti beni comuni: acqua, boschi e pascoli. Sorgono nuove piantagioni che forniscono derrate alimentari e colture per biocarburanti destinate all’esportazione, mentre la gente del posto vive di stenti aspettando cibo dagli aiuti umanitari.

L’accaparramento dei terreni nel primo decennio di questo secolo ha riguardato 2.270.000 km² (oltre sette volte l’Italia) e molte volte la popolazione locale viene cacciata. Un fenomeno comune soprattutto in Africa: oltre ventimila gli ugandesi che hanno dovuto abbandonare la loro terra per lasciar il posto alle nuove piantagioni (La Repubblica).
YouTubeTra il 2012 e il 2013 Oxfam Italia ha lanciato la campagna  COLTIVAChi ci prende la terra, ci prende la vita” e la raccolta di firme “bastalandgrab” per un appello alla Banca Mondiale affinché operi a favore delle popolazioni locali e blocchi il land grabbing (La Stampa, su YouTube un cartone esplicativo con sottotitoli in italiano).

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Il land grabbing in Europa

Il fenomeno “land grabbing”, inizialmente limitato ai Paesi più poveri costretti a vendere le proprie terre, è arrivato anche da noi: i grandi proprietari hanno spostato i loro interessi verso l’Europa. E’ quanto emerge da uno studio del Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC) e da Hands Off the Land (HOTL). Jeanne Verlinden dell’ECVC, precisa:
Fontes_vendange1il rapporto mostra chiaramente che la terra in Europa deve ancora essere vista come un bene comune. Dobbiamo ridurre la mercificazione dei terreni e, invece, promuoverne la gestione pubblica. Si dovrebbe garantire la priorità dell’uso a fini agricoli dei terreni, piuttosto che destinare le superfici ad usi e interessi commerciali, alla proprietà privata in cerca di speculazioni. L’accesso alla terra deve essere deciso dalle persone che la lavorano”.
La metà dei terreni agricoli europei oggi è in mano al 3% dei proprietari, sia nell’UE sia nel resto del continente. Nell’Unione Europea la concentrazione dei possedimenti terrieri è più evidente nei nuovi ingressi, in particolare in Romania, Ungheria e Bulgaria, ma è evidente anche nell’Europa occidentale: prima di tutto la Spagna (Andalusia e Catalogna), poi Germania, Francia, Austria e anche Italia (liMes, Tni, La Stampa).


Fare Geo

  • Non tutte le compravendita di terreni su larga scala (superficie superiore a 200 ettari) sono degli accaparramenti. Su La Stampa trovi le condizioni che trasformano l’acquisizione di un terreno in una “land grabbing”. Prepara una mappa concettuale che le visualizzi.
  • Osserva il cartone su Youtube e visualizza con alcuni grafici i dati presentati (li trovi anche nella didascalia in basso, sempre in italiano).

 

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