Le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia costituiscono una delle poche testimonianze giunte fino a noi della civiltà etrusca. Queste estese “città dei morti”, diventate Patrimonio Unesco nel 2004 (Unesco, Beni culturali), ricalcano la struttura delle antiche città etrusche. Le tombe sono infatti distribuite su un vasto territorio, riunite in gruppi separati da strade, con vie principali da cui si dipartono strade laterali: un esempio dello sviluppo urbanistico delle prime città italiane in epoca pre-romana e ci permettono di scoprire come vivevano e quali erano le loro abitudini. Molte sono ancora da scoprire: l’ultima è stata individuata a Tarquinia nel 2013 (Corriere della Sera, le prime foto).
Ecco la motivazione dell’Unesco (dal sito del Comune di Cerveteri):
“Le Necropoli di Cerveteri e Tarquinia rappresentano un capolavoro del genio creativo dell’uomo: i dipinti murali presenti su vasta scala a Tarquinia, sono eccezionali sia per qualità formali che per il contenuto delle raffigurazioni che rivelano aspetti della vita quotidiana, della morte e delle credenze religiose degli antichi Etruschi. Il contesto funerario di Cerveteri riflette gli stessi schemi urbanistici e architettonici della città antica. Le due Necropoli costituiscono una testimonianza unica ed eccezionale dell’antica civiltà etrusca, l’unico tipo di civiltà urbana dell’Italia pre-romana. Inoltre, la rappresentazione della vita quotidiana nelle tombe affrescate, molte delle quali riproducono nello schema architettonico la tipologia delle case etrusche, è una testimonianza unica di questa cultura scomparsa. Molte delle tombe di Tarquinia e di Cerveteri rappresentano tipologie di costruzione che non esistono più in nessuna altra forma. Le Necropoli, repliche degli schemi urbanistici della città etrusca, sono tra le più antiche nella Regione.”
Cerveteri
La principale necropoli di Cerveteri, l’antica Caere, è la Banditaccia (nella mappa qui sopra). In una zona di circa cento ettari si trovano migliaia e migliaia di tombe che vanno dal IX al III secolo a.C. (Comune di Cerveteri). Un filmato presentato da Piero Angela descrive la necropoli. Alcune tombe sono a tumulo, strutture monumentali scavate per i ricchi, altre sono di minori dimensioni e di forma “a dado”. Negli ultimi secoli diventano più grandi con una vasta sala ipogea sostenuta da pilastri con stucchi e pitture.
La più nota è la Tomba dei Rilievi, della famiglia Matuna, decorata con bassorilievi scolpiti e a stucco con armi, e oggetti di vario genere d’uso comune. In alcune tombe il soffitto è decorato con bassorilievi che imitano i soffitti lignei delle abitazioni (Beni Culturali – architettura funeraria).
All’interno di otto tombe è stato preparato un percorso multimediale che ricrea l’ambiente della tomba come era al momento della sua scoperta.
Tarquinia
La necropoli di Tarquinia, che si estende su tutto il colle di Monterozzi, comprende circa seimila tombe costruite tra il VII e il III secolo a.C. ed è la più ricca di pitture.
Soltanto le tombe delle famiglie più ricche (il 3%) sono decorate con affreschi, ma si tratta sempre di un numero elevatissimo, quasi duecento. Il primo esempio di pittura italiana. Questi dipinti ci descrivono la vita di tutti i giorni, con danze, banchetti, sport, caccia, pesca…
Tra le più note la tomba dei leopardi con le scene del banchetto e dei musicisti (nella foto in alto), la tomba della caccia e della pesca (a lato), la tomba degli Àuguri, la tomba delle leonesse (in basso), quella dell’Orco…
Chi erano gli etruschi?
Degli etruschi, un popolo vissuto nell’Italia centrale nel primo millennio a.C. di cui non si conoscono le origini, non sappiamo molto. Si trattava di un popolo benestante. Abitavano un territorio fertile e ricco di risorse minerarie (soprattutto ferro), erano abili navigatori e commerciavano con gli altri popoli mediterranei, fenici, greci, cartaginesi. La civiltà etrusca, esplosa improvvisamente nell’VIII secolo a.C., presentava molte affinità con il mondo egeo e del mediterraneo orientale, ma differiva nel ruolo della donna che presso gli etruschi era pari all’uomo e partecipava a feste e banchetti insieme agli uomini.
Gli etruschi parlavano una lingua non indoeuropea di cui sono stati ritrovati pochi frammenti e utilizzavano un alfabeto di derivazione greca. In seguito si sono fusi con i romani finendo per adottare completamente la lingua latina. Ma la loro civiltà non è scomparsa, si è integrata con quella romana portandole importanti contributi nella religione, nelle abitazioni, negli usi, nell’artigianato e nell’arte (gli ultimi tre re di Roma erano etruschi). L’amore per il lusso, i banchetti e le danze tipiche della civiltà di Roma trovano la loro origine nelle abitudini etrusche che vediamo raffigurate sulle pareti delle tombe di Tarquinia, ma dagli etruschi i romani appresero anche come costruire di strade e fognature, l’uso dell’arco e della volta, l’impianto urbanistico delle città e la costruzione di case e templi (Sapere).
Sul sito Mediateca Europea si può osservare un interessante video che descrive il mondo degli etruschi.
Fare Geo
• Osserva qui a lato la pianta della Tomba dei Rilievi di Cerveteri e individua in quale punto della necropoli della Banditaccia si trova confrontandola con la mappa.
• Visita i siti proposti, scegli una tomba di Tarquinia e fai una ricerca: precisa quale tipologia presenta, se è ipogea, se possiede sculture o pitture e in caso precisa che cosa raffigurano.
• Nel momento della loro massima espansione gli etruschi occuparono gran parte dell’Italia centro-settentrionale con alcuni centri anche nell’Italia meridionale. Osserva la carta storica con l’Italia preromana e confrontala con una carta attuale. In quali regioni si estende prevalentemente il controllo etrusco? Quali sono i tre principali centri etruschi isolati e in quali regioni si trovano?