Occhi nuovi sul mondo: Alex Bellini e la traversata del Vatnajökull

Occhi nuovi sul mondo: Alex Bellini e la traversata del Vatnajökull

I grandi esploratori del passato, con motivazioni e risorse coerenti con il contesto storico in cui vivevano, hanno raggiunto luoghi sconosciuti e aperto nuovi orizzonti (non solo geografici). Oggi, nell’era dei satelliti, del GPS e dei telefoni cellulari la superficie della Terra non ha più segreti. Sembra chiusa per sempre l’era romantica delle avventurose scoperte di angoli remoti del nostro pianeta. Ma la tecnologia non ha spento il desiderio di conoscere direttamente l’infinita varietà dei territori del nostro Pianeta e dei loro abitanti. Oggi esistono nuovi esploratori, spinti non solo dalla curiosità, ma guidati da una rinnovata consapevolezza, perché, come diceva Marcel Proust

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi

Con questo articolo iniziamo una serie di contributi sugli esploratori, di ieri e oggi, per raccontare le loro imprese e provare a offrire uno “sguardo nuovo” sul mondo.

Alex Bellini, sportivo di talento e grande esploratore, ha realizzato un’impressa eccezionale: ha attraversato l’immensa distesa del ghiacciaio Vatnajökull, in Islanda. Un’impresa, che al di là del valore geografico, ha un significato particolare. Tra pochi anni, infatti, a causa dell’innalzamento delle temperature, questo ghiacciaio potrebbe scomparire.

Il deserto d’Islanda

Il ghiacciaio Vatnajökull, in Islanda, è il più grande d’Europa e rappresenta la quarta massa di ghiaccio più estesa al mondo (dopo la calotta dell’Antartide, la Groenlandia e il Campo de Hielo Sur in Patagonia).

Si estende per oltre 8000 km2 di superficie (poco meno della Corsica) e copre l’8% della massa continentale islandese. Questo ghiacciaio si eleva fino ai 2109 metri del monte Hvannadalshnúkur, la vetta più alta d’Islanda ed è l’elemento centrale del Parco Nazionale Vatnajökull, nel sud-est dell’isola. Sotto il suo strato di ghiaccio si nascondono alcuni grandi vulcani attivi.

Isalnda-Vatnajökull-map

Una meta simbolica

Questo deserto di ghiaccio si sta riducendo a causa del riscaldamento globale. La sua recessione, come per altri ghiacciai (Langjökull e Mýrdalsjökull) è un fenomeno preoccupante.

Il volume del Vatnajökull ha raggiunto il suo picco massimo intorno al 1930 e da allora è in costante declino. A causa dell’aumento dei livelli della temperatura globale, il ghiacciaio ha perso in media circa 1 metro del suo spessore all’anno negli ultimi 15 anni.

Attualmente, in alcune aree, il Vatnajökull è profondo un chilometro, ma il suo spessore medio è pari a circa la metà. Se i livelli di temperatura continuano a salire, il ghiacciaio potrebbe praticamente scomparire verso la fine del prossimo secolo, lasciando solo piccole calotte di ghiaccio in cima alle vette più alte.

Bellini-Vatnajökull-panorama

L’impresa di Alex Bellini

Per prevenire questa catastrofe, sono in atto progetti di riforestazione, un metodo collaudato per raffreddare l’area. Da parte sua, Alex Bellini ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica su questa crisi ambientale con la traversata del ghiacciaio.

Alex ha attraversato il ghiacciaio in solitaria, usando gli sci e trainando una slitta di oltre 50 kg con tutta la sua attrezzatura: una tenda per riposare, abiti per proteggersi dal freddo, cibo, strumenti per orientarsi, comunicare e sopravvivere al gelo.

La sua esplorazione è durata 13 giorni (dal 18 gennaio al 2 febbraio 2017) su una distanza di oltre 180 chilometri tra i ghiacci dell’Islanda. L’impresa è stata realizzata in inverno, quando le condizioni meteorologiche sono particolarmente avverse.

La forza della natura, la fragilità dell’uomo

Durante queste due settimane di esplorazione, Alex ha vissuto momenti davvero difficili. Ha dovuto sopportare temperature fino a -20 °C, è caduto in un crepaccio, ha passato una notte rinchiuso nella propria tenda mentre fuori soffiava un vento a circa 100 km/h.

Per superare queste difficoltà, è stato necessario uno sforzo impressionante, dal punto di vista fisico e mentale. Come un vero esploratore, Alex è riuscito a non cedere, ad affrontare le avversità e a portare a termine la propria impresa.

Il successo della sua avventura è stato possibile anche per merito di un team di supporto che ha seguito passo dopo passo la traversata. Grazie a moderni strumenti di geolocalizzazione e comunicazione, infatti, l’esploratore era informato sulle condizioni meteo e di sicurezza dell’itinerario.

Con gli occhi di Alex

«Nel ghiaccio c’è la nostra storia. Se il ghiaccio si scioglie e scompare è la nostra storia a scomparire. Questo è il messaggio di cui voglio essere portatore.»

Con queste parole, Alex Bellini ha chiarito il significato della sua iniziativa. La sua traversata ha voluto avere un valore dimostrativo: da una parte mostrare la piccolezza e fragilità dell’uomo di fronte alle forze naturali; dall’altra richiamare l’attenzione sul rischio di rovinare e perdere una così incredibile risorsa.

«Secondo me c’è un problema che impedisce alle persone la piena presa di responsabilità: la distanza tra azioni e conseguenze. Quanto più c’è separazione tra un’azione che compio oggi – per esempio un’attività inquinante – e le sue
conseguenze, tanto più continuerò a compiere quell’azione perché mi dico: qualcuno se ne occuperà. Con la traversata del Vatnajökull, raccontandone l’esistenza e lo stato di salute, ho voluto colmare la distanza tra l’uomo e le conseguenze delle sue azioni».

Quello di Alex Bellini sul mondo è uno sguardo trasparente, come i suoi occhi. Là dove gli altri vedono solo una natura incontaminata da esplorare (e, in qualche misura, da conquistare), lui ci indica una strada diversa, un modo rispettoso e pieno di speranza di accostarsi alla natura. La sua coraggiosa “visita” al ghiacciaio del Vatnajökull ci può regalare occhi nuovi per osservare ed esplorare il mondo.

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