Stretto dall’abbraccio di due mari, il massiccio montuoso dell’Aspromonte si innalza tra paesaggi selvaggi e incantati, simbolo di una Calabria aspra e rigogliosa al tempo stesso. Una fitta rete dei sentieri conduce alla scoperta di questi luoghi protetti da un grande Parco Nazionale, oggi geoparco UNESCO, e disseminati di suggestivi paesi. Tra ripide rocce e ghiaiose fiumare campeggiano anche i borghi fantasma, tracce di un vivace passato, che rappresentano oggi la promessa di una rinascita attraverso la riscoperta di antiche tradizioni.
Aspromonte
- Regione: Calabria
- Provincia: Reggio Calabria
- Aree geografiche: Calabria meridionale
Il nome deriva dal greco áspros (“bianco”) e indica quindi il “monte bianco”. Il nome risale alle popolazioni greche della costa ionica che denominarono in questo modo le candide formazioni montuose del massiccio.
La punta dello Stivale
L’Aspromonte è un massiccio della Calabria a cavallo tra il Mar Tirreno e il Mar lonio. Situato nella parte più meridionale della penisola italiana, è una possente piramide granitico-cristallina che si snoda in un affascinante susseguirsi di vette e altopiani dalla natura incontaminata, innalzandosi fino ai 1955 metri di altezza della cima del Montalto, il rilievo centrale.
Alla scoperta delle bellezze dell’Aspromonte
L’Aspromonte è un luogo di autentica e selvaggia bellezza, custodito dall’abbraccio che il Mar Tirreno e il Mar Ionio rivolgono alle sue montagne: una wilderness spesso di difficile accesso, nonostante la breve distanza dalle spiagge ioniche e tirreniche. Le lunghe distese di boschi incontaminati, ricchi di pini larici, i cosiddetti pini neri della Calabria, digradano verso la costa, interrotti da ampie e profonde vallate solcate dalle fiumare, corsi d’acqua a carattere torrentizio dagli ampi alvei ghiaiosi che, quando piove, si gonfiano e ad alte quote dirompono in suggestive cascate.
L’altopiano dell’Aspromonte custodisce ben 40.000 ettari di boschi che si estendono sino alle altitudini più elevate rendendo il massiccio un importante polmone verde del nostro Paese. La ricchezza degli ambienti naturali e il clima prevalentemente meditarraneo creano le condizioni ideali per lo sviluppo di numerose specie animali tra le quali si distinguono il lupo, il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, il picchio nero e l’aquila reale.
La flora non è meno ricca e affascinante. Il clima particolarmente favorevole, dovuto alla posizione a cavallo tra il litorale tirrenico e quello ionico, e la varietà degli ambienti hanno infatti consentito la proliferazione di innumerevoli specie botaniche che spaziano dagli arbusti tipici della macchia mediterranea e dai bergamotti a livello del mare, ai lecci alle basse quote, ai faggi e alle conifere a quelle più alte, sino a vere e proprie rarità come la felce tropicale Woodwardia radicans. Sono 25 gli alberi monumentali ufficialmente censiti nel Parco Nazionale che tutela questo meraviglioso territorio: qui è stata scoperta nel 2019 una quercia di oltre 560 anni che potrebbe essere la più vecchia del mondo, con un fusto di due metri di diametro.
Un capolavoro geologico dalla storia millenaria
Il costante e tuttora attivo sollevamento fa dell’Aspromonte una delle aree geologicamente più attive del Mediterraneo, con la conseguente formazione di paesaggi scoscesi, gole e anfratti quasi inestricabili che si inerpicano a poca distanza dal mare fino a 2000 metri di quota.
Una storia geologica di estremo rilievo che ha permesso di avviare il percorso di candidatura a diventare Patrimonio del’UNESCO nel 2017, promuovendo le peculiarità del massiccio d’Aspromonte che rivelano una storia antica, complessa, unica. L’ingresso nella rete mondiale dei Geoparchi UNESCO consente al Geoparco Aspromonte (Aspromonte Geopark) di salvaguardare e valorizzare uno dei più particolari patrimoni geologici del Mediterraneo centrale, con 8 geositi di rilevanza internazionale e le sue specificità culturali, identitarie e naturalistiche.
Profili modellati dal tempo
Il territorio dell’Aspromonte è caratterizzato da una grande diversità paesaggistica oltre che da peculiarità geo-ambientali e dalla presenza di interessanti realtà storico-culturali radicate in un antico passato influenzato da diverse civiltà.
Il terreno presenta un andamento piuttosto frastagliato e, sul versante tirrenico, è caratterizzato da alcune faglie che formano quattro terrazze naturali posti su diverse altezze, mentre sul versante ionico discende con pendenze sostanzialmente uniformi sino alla costa.
La Valle delle Grandi Pietre è caratterizzata dalla presenza di imponenti monoliti: Pietra Cappa, Pietra Lunga, Pietra Castello e le Pietre di Febo, che si trovano nel comune di San Luca, e le Rocche di San Pietro che si trovano nel comune di Careri.
Pietra Cappa è la regina dell’Aspromonte e con la sua mole carica di leggende troneggia nella vallata delle Grandi Pietre. Monolito tra i più grandi d’Europa, alto oltre 100 m, è il geosito simbolo del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Nel cuore del massiccio, tra Bova e Roghudi Vecchio, la Rocca del Drago è una grande formazione rocciosa che si staglia sullo sfondo azzurro del cielo, in cima alla rocca. Secondo una leggenda locale, sarebbe un essere mitologico, una specie di ciclope, che custodiva nella rocca un grande tesoro.
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, istituito nel 1989, dal 2021 fa parte della rete mondiale dei geoparchi dell’UNESCO. Il parco è un paradiso della biodiversità, un vero e proprio ecosistema al centro del Mediterraneo dove convivono circa 1500 specie. Alla ricchezza floristica si affianca quella faunistica con moltissime specie di animali, tra cui l’aquila reale, il gufo reale, il biancone, il lupo, lo scoiattolo nero.
Il Parco, esteso per oltre 64.500 ettari, custodisce non soltanto un inestimabile patrimonio naturalistico, ma anche una moltitudine di testimonianze di differenti epoche storiche e pittoreschi centri abitati dove ancora permangono antiche tradizioni giunte inalterate sino ai nostri giorni.
È ricco di sentieri naturalistici ben organizzati, dove poter praticare trekking, ma anche escursioni in bike e a cavallo. Durante l’inverno, le cime innevate del Montaldo si tingono di bianco ed è possibile praticare lo sci: Gambarie d’Aspromonte è uno dei centri turistici di montagna più importanti del Meridione.
Di sentiero in sentiero
L’Aspromonte è attraversato da migliaia di sentieri che hanno una specifica particolarità: quella di consentire di ammirare vasti panorami spaziando con lo sguardo su entrambi i mari, il Mar Tirreno a est e il Mar Ionio a ovest.
Per entrare in contatto con le bellezze naturalistiche e storiche del Parco, il percorso migliore è quello che segue il Sentiero del Brigante, un itinerario di circa 120 chilometri e un tempo di percorrenza di 9-10 giorni che segue gli antichi percorsi battuti dai briganti tra Gambarie e le Serre, ed è percorribile a piedi, a cavallo o in mountain-bike in una successione di bellezze naturalistiche e paesagistiche.
Lungo questo tragitto ci si imbatte nel Monumento del brigante Nino Martino (un insieme di rocce sovrapposte poste in modo casuale una sull’altra) e nel Cippo di Garibaldi, un maestoso albero con un incavo dove Garibaldi venne messo a riposare dopo la ferita alla gamba.
Il più famoso degli itinerari da intraprendere alla scoperta del massiccio è quello che segue l’Antico Sentiero dei Greci che conduce da Mammole al Passo della Limina a 822 metri di altitudine, passando per la fiumara Torbido, Passo Sella e l’altopiano Fossi di San Nicodemo con il suo bel Santuario di San Nicodemo del Bosco. Un suggestivo percorso in sole quattro ore di cammino consente di ammirare le cascate dell’Amendolea seguendo il corso della Fiumara Amendolea, tra faggi e abeti bianchi.
Il Sentiero dell’Inglese
Prende il nome dal paesaggista e viaggiatore inglese Edward Lear (1812-1888), il quale nel 1847 percorse a piedi la Calabria greca in luoghi che definì esotici e dai cui paesaggi trasse spunto per realizzare numerose e preziose stampe. Durante il suo viaggio soggiornò come ospite presso le famiglie dell’epoca, che lo aiutarono a comprendere meglio la realtà economica, culturale e sociale locale.
Il sentiero parte da Pentedattilo e con un percorso di 110 km tra borghi, paesi fantasma, cascate, boschi e fiumare giunge a Staiti, all’estremo sud del Parco Nazionale.
Di borgo in borgo
Il territorio dell’Aspromonte è disseminato di numerosi borghi suggestivi, alcuni dei quali sembrano presepi naturali arroccati su vertiginosi pareti di roccia dove il tempo si è fermato. Sono compresi due centri selezionati tra i Borghi più belli d’Italia.
Gerace, nota come “il borgo delle 100 chiese”, ha un caratteristico impianto di stampo medievale che si sviluppa attorno alla splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta. Il Castello si erge sul punto più alto del paese, mentre le Bombarde, le antiche spianate su cui venivano posizionati i cannoni a difesa della costa, sono trasformate in magnifiche terrazze panoramiche.
Bova, sul versante orientale dell’Aspromonte, è la capitale della regione grecanica calabrese e mantiene vivo il proprio legame con le sue origini elleniche rinvenibili nel dialetto locale e nelle specialità gastronomiche (a Bova esiste un Museo della Lingua greco-calabra). All’entrata della città è collocata una Locomotiva a vapore che simboleggia le ferrovie e i bovesi che lavorarono come ferrovieri.
I paesi fantasma
Una particolarità dell’Aspromonte è costituita dai suggestivi paesi fantasma. Tutti centri di origine grecanica, questi piccoli borghi hanno dovuto subire gli umori di una natura che ne ha modellato i destini e sono stati abbandonati in seguito a fenomeni naturali estremi: frane, alluvioni e terremoti.
Roghudi Vecchio, un centro nel cuore dell’area grecanica con una storia antichissima, fu abbandonato a seguito di due alluvioni, la prima nel 1971 e la seconda nel 1973: gli abitanti furono spostati a Roghudi Nuovo, presso la costa ionica. Il borgo è costruito su uno sperone di roccia fra aspri rilievi che precipitano nella fiumara dell’Amendolea: a grossi chiodi conficcati nelle pareti delle abitazioni erano fissate corde legate alle caviglie dei bambini per evitare che questi, mentre giocavano, potessero precipitare nel burrone che circonda tutto l’abitato.
Pentedattilo sorge arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla caratteristica forma che ricorda quella di una mano ciclopica, da cui deriva il nome del borgo che in lingua greca significa “cinque dita”.
L’antico paese, a 320 metri di altitudine, è stato definitivamente abbandonato nel 1971, dopo che tre anni prima era stato dichiarato inabitabile: la popolazione era infatti migrata più a valle in un nuovo piccolo centro. Ultimamente il paese gode di nuova vita grazie al turismo alimentato dalle bellezze naturalistiche del luogo e, di recente, dal Pentedattilo Film Festival, una manifestazione annuale dedicata ai cortometraggi.
Gente e tradizioni dell’Aspromonte
“Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque” scriveva nel 1930 Corrado Alvaro in Gente in Aspromonte, una raccolta di racconti in cui il “cantore della calabresità” descriveva i colori, i sapori e i profumi, ma anche le fatiche e le difficoltà del vivere e la desolazione della sua terra di origine.
In effetti, per secoli in Aspromonte, come in tutto il Meridione, greggi e mandrie si mossero verso i pascoli montani durante l’estate e verso le bassure collinari nella stagione invernale, percorrendo centinaia di chilometri lungo i tratturi attraverso montagne e vallate.
La pastorizia transumante è tuttora una delle attività che maggiormente caratterizzano l’Aspromonte. Il paesaggio rurale dell’Aspromonte è stato plasmato nel corso del tempo da queste strategie stagionali, le cui tracce comprendono capanne dei pastori, recinti per gli animali e strutture per la maturazione del formaggio, risalenti a un passato più o meno lontano.
Residui di tradizioni
L’Aspromonte è stato popolato fin dalla preistoria e ha visto il succedersi di popoli diversi parte del cui patrimonio culturale rimane ancora oggi vivo nelle tradizioni.
Nella vallata dell’Amendolea, a Gallicianò, Roccaforte del Greco, Roghudi, Amendolea e Bova si sente ancora parlare il dialetto grecanico, residuo di una occupazione avvenuta in epoca antica. I Greci in quest’area diffusero la loro lingua nell’entroterra, dando vita ai nuclei di popolazione che ancora oggi parlano un dialetto che discende dal greco antico.
Nei paesi dell’area grecanica sono prodotte le pezzare, stoffe variopinte realizzate al telaio, fatte da piccole strisce ricavate tagliando vecchi abiti in disuso.
Fare Geo
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- Scegli uno di sentieri illustrati nell’articolo e cerca in rete altre informazioni e immagini per poter proporre un interessante trekking, descrivendo l’escursione tappa per tappa alla scoperta del territorio e della cultura delle comunità locali.
- L’Aspromonte è famoso per i suoi borghi fantasma: cerca in rete informazioni su un borgo ormai abbandonato compreso nella tua regione e sulle cause dell’abbandono e proponi una iniziativa per poterlo recuperare e valorizzare.
- Cerca in rete informazioni su un prodotto alimentare tipico dell’Aspromonte: i pappaluni.