Una terra che invita alla contemplazione e alla scoperta: il Cilento è ricco di bellezze naturali e culturali, e non smette mai di stupire. Quest’area ancora troppo poco conosciuta, nel sud della Campania, è fra i tesori nascosti d’Italia. Le sue acque, solcate da personaggi mitologici, offrono scorci mozzafiato in un’alternanza di rocce e calette; l’entroterra, disseminato di borghi, castelli e monasteri, è una meta da percorrere con gli occhi meravigliati del viaggiatore e del pellegrino. Andiamo alla scoperta di questo paesaggio, tutelato da un esteso parco nazionale, dove batte il cuore della natura e risuonano le voci del mito e della storia.
Cilento
- Regione: Campania
- Provincia: Salerno
- Aree geografiche: Campania meridionale
Il nome ha un’etimologia che richiama la sua posizione geografica: dal latino cis-Alentum, cioè “al di qua del fiume Alento”.
Un angolo magico di Campania
Il Cilento è una subregione montuosa della Campania meridionale, delimitata a nord dalla catena dei monti Alburni e a est dal Vallo di Diano, una vasta conca di origine tettonica. A ovest la costa, lunga 100 km dal Golfo di Salerno al Golfo di Policastro, è ricca di promontori, di baie, di suggestivi centri abitati.
Il Cilento è terra di grandi paesaggi, tutelati dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che copre gran parte della provincia di Salerno ed è il secondo più esteso in Italia.
Il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Il Parco Nazionale del Cilento preserva un ricco ecosistema di flora e fauna, risultato delle interazioni tra mare e natura e tra ambienti naturali e opera dell’uomo. Ha ottenuto l‘inserimento, per la prima volta concesso a un Parco mediterraneo, nella esclusiva lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, come “paesaggio culturale” di rilevanza mondiale e nel 2010 è stato il primo parco nazionale italiano a diventare Geoparco.
Con i suoi 1.800 km2 di territorio protetto occupa tutta la parte meridionale della Campania, ai confini con la Basilicata. L’armonica integrazione tra natura e cultura ha trasformato l’area protetta in un complesso sistema biogeografico creando un “paesaggio vivente”.
Nel territorio sono numerose anche le vestigia archeologiche e artistiche: città greche e antichi centri storici, vetuste abbazie, castelli, rocche e casali incastonati in ambienti ancora incontaminati. Nel suggestivo contesto naturale di boschi maestosi curati dalla sapiente mano dell’uomo, il Cilento ospita anche grotte naturali in cui sono ancora presenti le testimonianze dei nostri antenati del Paleolitico.
Un Parco dalla grande varietà paesaggistica
Qui troviamo alcune emergenze naturalistiche di grande rilievo:
- l’Oasi WWF di Persano, nell’Alto Cilento, è una zona umida di importanza internazionale;
- le Grotte del Bussento, parte dell’Oasi creata dal WWF nel 1985 nel comune di Morigerati, sono il punto dove il fiume carsico Bussento riaffiora in superficie;
- l’Oasi WWF Bosco di Camerine, creata nel 1995, salvaguarda quel che restava di un’ampia area verde oggetto di deforestazione nel corso dei secoli.
Nel perimetro del parco si innalza il monte Bulgheria (1.225 m), situato nella parte meridionale del Cilento, che deriva il nome dai coloni bulgari che qui si stanziarono prima del 500. È ricoperto da una fittissima vegetazione ed è conosciuto come “la leonessa addormentata”, poiché somiglia a un enorme leone a riposo.
La costiera cilentana
La costiera cilentana, Patrimonio dell’Umanità dal 1997, è il tratto di costa campana compreso tra il Golfo di Salerno e il Golfo di Policastro, da Agropoli a Sapri. È caratterizzata dal continuo susseguirsi di tratti raggiungibili soltanto via mare intervallati da spiagge sabbiose e di facile accesso.
È nota per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle acque di balneazione, per cui ogni anno molte località della costiera vengono premiate con la bandiera blu FEE (conferita dalla Foundation Environmental Education).
Nella parte meridionale del comune di Castellabate, Punta Licosa, è una delle meraviglie del Cilento e uno dei paesaggi più particolari e selvaggi della costa tirrenica. Il suo territorio si comprende un promontorio sul mare, la spiaggia e una piccola isola. Fa parte dell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate ed è compresa entro i confini del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
La spiaggia di Pollica
La spiaggia di Pollica, premiata con Cinque Vele della Guida Blu di Legambiente (nel 2019 ha conquistato il primo posto tra le spiagge più belle d’Italia), è una lingua di sabbia dorata, ornata da bellissime dune, dove nei mesi estivi fiorisce il Giglio di mare.
La costa di Palinuro
La spiaggia della Molpa, sul versante meridionale di Capo Palinuro, è un arenile bianco fatto di piccoli ciottoli. A proteggere l’arenile le pareti rocciose, le note Falesie della Molpa, nelle quali sono presenti alcune grotte meravigliose.
L’arco naturale di Palinuro, situato presso la foce del fiume Mingardo, è una delle attrazioni più visitate di Palinuro e rappresenta una porta di passaggio dalla foce del Mingardo alla lingua di sabbia che si affaccia sul Mar Tirreno. Dalla spiaggia si può vedere un curioso scoglio circondato interamente dal mare e sormontato da un fitto bosco, che ricorda un coniglio sdraiato.
Cala Bianca e la Baia degli Infreschi
Come suggerisce il nome, Cala Bianca, a sud della Marina di Camerota, è una piccola insenatura di sabbia candida, incastonata tra le rocce e circondata da una vegetazione selvaggia: è una delle più riservate e incontaminate del Cilento, visto che è raggiungibile solo via mare. I ciottoli bianchi offrono uno spettacolo unico per chi osserva la spiaggia dal mare o giunge via terra tramite il sentiero degli Infreschi.
Nei pressi si trova anche la spiaggia di Baia degli Infreschi, conosciuta anche come Porto Infreschi o Cala Infreschi. È una delle più belle della penisola italiana e ha ottenuto nel 2014 il premio della spiaggia più bella d’Italia di Legambiente.
La costa celebrata dal mito
Una peculiarità del Cilento è il legame tra il territorio e il mito che contraddistingue diverse zone della costa, fonte di ispirazione per poeti e cantori.
Uno dei miti più famosi è quello di Palinuro, il nocchiero di Enea dal quale prende il nome uno dei punti più affascinanti della costiera, il Capo Palinuro. Durante il viaggio verso le coste del Lazio cadde in mare insieme al timone; si aggrappò al relitto e per tre giorni ingaggiò un’estenuante lotta contro le onde infuriate, ma quando stava finalmente per mettersi in salvo sulla riva, fu ucciso dagli abitanti di quei luoghi: da allora quel promontorio prese il nome di Capo Palinuro. Ogni anno, il 23 agosto, la Notte del Mito rievoca lo sbarco di Ulisse, giunto su queste coste mentre era in fuga da Troia.
Ulisse, le lucertole e Licosa
Il mito aleggia anche sull’isola di Licosa, in particolare su Punta Licosa, la cui spiaggia è una delle più affascinanti e isolate del litorale cilentano, ai piedi di un promontorio che ospita un vasto parco di macchia mediterranea tutelato dall’istituzione dell’area marina protetta Santa Maria di Castellabate. Un microcosmo naturale dal ricco patrimonio biologico: qui vive per esempio una lucertola endemica (Podarcis sicula klemmeri) che presenta una bella livrea verde e azzurra.
Secondo il mito greco, fu davanti a Punta Licosa che Ulisse si fece legare all’albero di maestra per ascoltare l’ingannevole canto delle Sirene. Un altro racconto antico narra poi che le tre Sirene che tentarono Ulisse si uccisero gettandosi in mare perché non erano riuscite a trattenere l’eroe. Una di esse, Leucosia, emerse nelle acque del Golfo di Poseidonia (Paestum), da cui il nome Licosa dato all’isoletta presso quella città.
Un altro mito che risuona in questi luoghi è quello di Giasone e degli Argonauti che, una volta fuggiti dalla Colchide, per ingraziarsi la dea Era si fermarono presso il suo santuario alla foce del fiume Sele. Si tratta del Santuario di Hera Argiva (Heraion), oggi a 1,5 chilometri dalla linea di costa a causa dei sedimenti alluvionali portati dal fiume.
Cilento, terra di sentieri
Il Cilento possiede un’altra particolarità: è attraversato da migliaia di sentieri che consentono di ammirare le specificità del territorio, tra panorami e paesaggi che spaziano dal mare, alla collina e alla montagna: ogni sentiero presenta caratteristiche peculiari che lo rendono unico.
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è un crocevia di numerosi antichi sentieri e rappresenta, lungo l’Appennino meridionale, un importante nodo nella rete escursionistica nazionale. L’Ente Parco promuove la pratica dell’escursionismo, inteso come disciplina non competitiva: “camminare per conoscere e tutelare”, un approccio che consente di valorizzare il territorio protetto anche mediante la riscoperta del suo immenso patrimonio culturale.
Il sentiero degli innamorati
Il Sentiero degli Innamorati, inaugurato nel 2017, è lungo circa 2 km e presenta un dislivello complessivo di 140 metri. Inizia dalla Scogliera di Ascea Marina e si immerge nella macchia mediterranea caratteristica del Cilento, tra saliscendi e punti panoramici da cui si possono vedere il Golfo di Veia e Capo Palinuro. La meta finale del Sentiero degli Innamorati è la Torre saracena, che svetta sulla costa ed è conosciuta come Torre del Telegrafo.
Il sentiero Apprezzami l’asino
È un famoso sentiero che parte dal porto di Sapri e attraversa tutta la costa dalla Campania a Maratea, in Basilicata. Un tempo noto col nome dialettale di “Apprezzamm u’ Ciucc’”, era l’unico collegamento tra le due cittadine. La sua denominazione si riferisce all’epoca in cui erano utilizzati asini e muli: essendo il sentiero molto stretto in alcuni punti, quando due asini si incontravano lungo direzioni opposte, era necessario valutare il carico per decidere l’ordine di precedenza: l’asino più “apprezzato” (il più giovane) poteva continuare, mentre il più anziano doveva essere “gettato” in mare.
Il sentiero permette di godere un panorama spettacolare e suggestivo a contatto con la natura; inoltre è possibile ammirare da lontano la statua della Spigolatrice, in onore della poesia risorgimentale di Mercantini sulla fallita spedizione di Carlo Pisacane nel 1857.
La Certosa di Padula, la perla del Cilento
Oltre alle numerose bellezze naturalistiche che costellano il territorio, il Cilento vanta un prezioso patrimonio storico-artistico, di cui l’esempio più importante è la Certosa di Padula (conosciuta anche Certosa di San Lorenzo), un complesso monumentale di arte barocca tra i più importanti del Meridione dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998.
La Certosa di Padula nel corso degli anni fu per tutto il territorio circostante un importante punto di riferimento economico, oltre che religioso, e uno snodo nelle vie commerciali che attraversano il Meridione. La Certosa era organizzata in un sistema di fattorie a uso delle comunità monastiche (le grange), abbazie e monasteri che costituivano il suo dominio esteso, oltre che in Campania, anche ai territori dell’antica Lucania.
Con un’estensione di oltre 50.000 metri quadrati, è la più grande d’Italia e una delle maggiori in Europa: il suo chiostro grande, ampio 15.000 metri quadrati, è il più grande al mondo.
Spiritualità e arte barocca
Nata come chiesa gotica all’inizio del XIV secolo, la Certosa viene dedicata a San Lorenzo, per cui la pianta ricorda la graticola sulla quale il santo fu torturato e ucciso. Nel corso dei secoli subisce una serie di rimaneggiamenti che la trasformano in uno dei più illustri simboli dell’arte barocca nel Regno di Napoli.
Come tutte le certose, è divisa in due zone adibite a scopi diversi: la Casa Bassa, affacciata su un cortile interno, e la Casa Alta, il luogo più riparato, dove risiedevano i monaci, un complesso di sale destinate alla meditazione e alla preghiera. Il complesso, formato dalla chiesa e da 350 camere, 13 cortili, 51 scale e 41 fontane, è circondato da una muraglia lunga più di 2 chilometri.
Fare Geo
- Create uno slogan per promuovere la bellezza del Cilento con l’obiettivo di attirare i turisti. Elencate cinque motivi di attrazione.
- Scegliete una delle zone della costiera del Cilento illustrate nell’articolo e localizzatela su Google Maps. Documentatevi sulle vie di comunicazione e sulle potenzialità turistiche e progettate un piano di sviluppo turistico che valorizzi le sue principali caratteristiche.
- Stilate in classe un decalogo di comportamento per la visita di un Parco Nazionale e confrontatelo con le norme che trovate in rete.
- Cercate in rete informazioni su altri sentieri del Cilento.
- È stato ideato dal FAI il progetto “Narrate, gente, la vostra terra”, un invito a narrare il proprio luogo del cuore perché “raccontare è amare”. Se conoscete un sentiero, provate a raccontarlo usando Google Maps e raccontando la storia e le emozioni che ha suscitato in voi.