Rifiuti urbani, appunti di viaggio da Hanoi

Rifiuti urbani, appunti di viaggio da Hanoi

Il team di Resilient Gap ha partecipato a “MaD! Make a Difference” un progetto per la responsabilizzazione dei giovani in tema di sostenibilità ambientale delle comunità locali, promosso da ICEI e cofinanziato dal Programma Erasmus+ della Commissione Europea. Resilient Gap ha raggiunto la capitale Hanoi e si è unito al team vietnamita di CSDS (Center for Sustainable Development Studies) con lo scopo di sensibilizzare la popolazione locale sui temi ambientali. Durante questa esperienza, anche grazie all’incontro con le persone del luogo, i membri di Resilient Gap hanno potuto osservare e comprendere come funziona la gestione dei rifiuti urbani in Viet Nam, individuandone i limiti e le potenzialità. Questo è il resoconto del loro viaggio.

Prime impressioni su Hanoi

Arriviamo ad Hanoi, capitale del Viet Nam, nel periodo dell’anno in cui coincidono le alte temperature e la stagione delle piogge, due elementi che rendono complicato mantenere pulita una città.

Eppure Hanoi lascia una buona impressione: non ci sono rifiuti per terra e tutto è relativamente pulito. A rendere ancora più ammirevole questa situazione contribuisce il fatto che non ci troviamo in uno dei quartieri centrali, che spesso godono di particolari attenzioni per l’afflusso di visitatori. Siamo in una strada di periferia, molto affollata e lontana dai circuiti turistici.

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Mezzi e persone affollano una strada di Hanoi.

Il senso civico dei vietnamiti

L’apparente scarsità di rifiuti non è certo dovuta a una particolare sensibilità ecologica da parte dei cittadini. Infatti, qui le confezioni in plastica monouso sono ancora ampiamente diffuse e apprezzate. In un recente passato si è tentato di scoraggiarne l’utilizzo con l’applicazione di una piccola tassa, che però non ha incontrato il favore degli abitanti. Per molti, ancora oggi, la plastica porta più vantaggi che preoccupazioni e non è difficile trovare oggetti avvolti in un involucro di polimeri.

Per capire come mai le strade siano così pulite, bisogna allora conoscere più a fondo il contesto.

Un primo aspetto da considerare è il grande senso civico dei vietnamiti. I confini delle loro abitazioni non si fermano alle mura domestiche, bensì comprendono anche un fazzoletto di suolo pubblico antistante. È molto frequente osservare qualcuno che, armato di scopa e paletta, spazza il marciapiede davanti a casa con la stessa attenzione che dedicheremmo alla nostra camera da letto.

Ve chai, i raccoglitori informali

Questo è un gesto comune, ma c’è anche chi, per necessità, fa molto di più. In assenza di altre possibilità lavorative, i meno abbienti si adoperano per recuperare qualsiasi oggetto in plastica. Lo fanno sia con una sorta di raccolta “porta a porta”, sia ripulendo minuziosamente strade e piazze. Questi raccoglitori informali, noti come ve chai, recuperano e selezionano i rifiuti plastici che poi vengono venduti a impianti di riciclo o lavorati in piccoli centri di trasformazione specializzati nel trattamento della plastica.

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I ve chai recuperano i rifiuti plastici per poi rivenderli. Un’attività che dà loro un’entrata economica e mantiene più pulita la città

Ma davvero funziona tutto così bene?

Per rispondere a questa domanda, ci siamo spinti oltre il marciapiede pulito e abbiamo cercato di capire se è possibile dire lo stesso anche di aria, acqua e suolo.

La gestione dei rifiuti plastici ad Hanoi rappresenta una sfida complessa a causa della rapida urbanizzazione (la popolazione ammonta a circa 8,5 milioni di abitanti) e dell’aumento dei consumi. La città produce quotidianamente una quantità significativa di spazzatura e la gestione di questi materiali rimane problematica a causa di infrastrutture inadeguate e impatti ambientali significativi.

Il sistema di raccolta pubblica

Naturalmente, in città è presente anche un sistema di raccolta formale, parallelo e integrato ai ve chai, con un funzionamento molto simile a ciò che possiamo vedere in Italia. Si tratta di personale retribuito che raccoglie i rifiuti per conto della municipalità, senza lo scopo di rivenderli. Tuttavia, essi non riescono a coprire l’intera area urbana, portando a una dispersione della spazzatura nelle strade e nei corsi d’acqua.

Tutto ciò che viene raccolto, inoltre, sia che venga dal sistema formale o informale, viene consegnato a impianti di trattamento, che operano spesso con tecnologie obsolete e senza adeguate misure di controllo ambientale, contribuendo all’inquinamento dell’aria, del suolo e delle risorse idriche.

Il riciclo tra opportunità e rischi

Così come per la raccolta, anche le fasi di smaltimento e riciclo sono parzialmente svolte da singoli cittadini. Si tratta di un lavoro che permette di ottenere un discreto stipendio quindi, negli anni, diverse persone hanno abbandonato la loro precedente occupazione in favore di questa. Questo fenomeno ha portato alla formazione di quartieri o villaggi interamente dedicati ad attività di riciclo dei rifiuti.

Ogni giorno enormi volumi di spazzatura vengono portati nei luoghi di raccolta, pronti per essere lavorati e poi rivenduti. Il tutto avviene spesso con lavorazioni obsolete e poco meccanizzate, dunque in modo poco efficiente e salutare.

I primi a subire le conseguenze di questo sistema sono i lavoratori stessi che, seppur ben pagati, restano a contatto con svariate sostanze dannose per la salute. Infatti, con la fusione incontrollata della plastica, vengono liberati fumi ricchi di sostanze tossiche, quali diossine, furani e IPA (idrocarburi policiclici aromatici), che aumentano il rischio di cancro e comportano danni al sistema immunitario e ormonale.

La dannazione delle microplastiche

Altri due passaggi fondamentali della lavorazione dei rifiuti plastici sono la frantumazione e il lavaggio. Durante questi passaggi vengono liberate microplastiche che possono essere inalate o ingerite. Senza contare, poi, che queste sostanze si disperdono molto facilmente nell’ambiente e hanno un impatto anche sulla vita di chi non si dedica direttamente alle attività di riciclo ma semplicemente abita in zone limitrofe.

Si deve aggiungere che non tutti i rifiuti vengono riciclati, sia per l’esistenza di limiti tecnologici sia perché si tratterebbe di un’operazione non molto remunerativa. Ciò comporta che durante le fasi di riciclo si generano grandi quantità di scarti. Nel migliore dei casi essi finiscono nelle discariche, ma spesso vengono bruciati in modo incontrollato e abbandonati in natura.

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Anche le iniziative educative per le nuove generazioni possono migliorare lo smaltimento dei rifiuti di Hanoi.

Quale futuro per la gestione dei rifiuti in Viet Nam?

Per migliorare la situazione si dovrebbe investire in impianti di riciclo moderni e nella creazione di un sistema efficace di raccolta differenziata. L’adozione di tecnologie più avanzate potrebbe ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza del trattamento dei rifiuti plastici. Una delle opzioni più promettenti per il futuro è rappresentata dai termovalorizzatori, come quello già operativo nel quartiere settentrionale di Soc Son, il più grande del Paese.

La nuova frontiera dei termovalorizzatori

Si tratta di impianti dove, grazie alle temperature molto elevate, tutti i rifiuti che non possono essere riciclati subiscono una combustione completa. Ciò avviene in un ambiente controllato, in modo da avere un basso impatto sulla qualità dell’aria nelle aree circostanti. Un primo vantaggio è il fatto di avere una soluzione concreta per ridurre la quantità di rifiuti destinati alle discariche, limitando l’accumulo di materiali inquinanti e la dispersione incontrollata nell’ambiente. In secondo luogo, è un sistema che sfrutta l’energia chimica contenuta nei rifiuti e, grazie al processo di combustione, la trasforma in energia termica. Quest’ultima può essere utilizzata direttamente per il riscaldamento di edifici o per la produzione di elettricità.

Questo approccio rappresenta un passo avanti fondamentale per Hanoi e si integra con i sistemi di raccolta esistenti, proponendo un modello più sostenibile ed efficiente. Se supportati da tecnologie avanzate e da un’adeguata regolamentazione ambientale, i termovalorizzatori possono diventare un pilastro essenziale per la gestione dei rifiuti in Viet Nam, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità della vita urbana.

L’impianto di termovalorizzazione di Soc Son.

Fare Geo

  • Confronta il sistema di gestione dei rifiuti di Hanoi con quello della tua città. Quali sono i punti di forza e di debolezza di ciascuno? Che cosa si può imparare dall’esperienza vietnamita?
  • Immagina di essere un amministratore pubblico di Hanoi: come faresti a integrare il lavoro dei ve chai in un sistema di gestione dei rifiuti più efficiente e sicuro? Proponi almeno tre misure concrete.
  • Il riciclo della plastica in condizioni non controllate può portare alla dispersione di microplastiche. Fai una ricerca mirata: che cosa sono le microplastiche? Che impatto hanno sulla salute e sull’ambiente? Quali soluzioni potrebbero ridurne la diffusione?
  • Segui il percorso di un oggetto di plastica di uso comune, dalla sua produzione fino al suo smaltimento. Disegna un diagramma di flusso che illustri le diverse fasi di questo processo e i possibili scenari: dopo l’utilizzo, finisce in discarica? Viene riciclato? Si disperde nell’ambiente?

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