Rodari, quando geografia fa rima con fantasia

Rodari, quando geografia fa rima con fantasia

Su Gianni Rodari, scrittore, narratore, poeta, giornalista, si è già detto molto, forse tutto. Noi proviamo a ricordarlo nel centenario della nascita inseguendo la scia geografica delle sue invenzioni fantastiche. Come tutti i viaggi in sua compagnia, sarà un’esperienza avvincente e divertente.

Sapevate che, quando scriveva sul quotidiano “Paese Sera”, Rodari teneva una rubrica intitolata “Benelux”? No, nessuna predilezione per le piatte lande del Nord Europa, è che la scrivevano in tre… E, segno del destino, anche quel “Paese” nel nome del giornale a cui collaborava portava in sé qualcosa di geografico. Insomma, sembra proprio che questa disciplina fosse scritta nel suo DNA!

In effetti il connubio tra la scienza geografica e la fantasia rodariana non è una semplice coincidenza: nei suoi testi, specie quelli per bambini e ragazzi, si ritrovano moltissimi riferimenti “georeferenziati”: luoghi, territori, paesaggi, città… (esiste anche una mappa interattiva con un elenco dei toponimi della narrativa di Rodari). Lui stesso viaggiò molto, anche se i suoi pensieri lo riportavano spesso alla sua città natale, Omegna, e al lago d’Orta, ricordato con affetto in C’era due volte il barone Lamberto.

A pensarci bene entrambi, Rodari e la geografia, parlano della realtà che ci circonda, partono da dati concreti, visibili, tangibili per poi elaborare riflessioni, divertenti giochi linguistici o semplicemente… fantasie. A Rodari bastavano un sasso, un mattone, un nome di città o regione per decollare con l’immaginazione. Conoscete questa canzone?

Il signore di Scandicci (1974), musica e voce di Sergio Endrigo, testi di Gianni Rodari

L’incalzante raffica iniziale di dati sulla Toscana, esempio di una geografia nominalistica e paralizzante, conduce dritto dritto alla domanda nonsense “Quanto è alta la Torre di Pisa?”… da qui in poi la strada della fantasia è tutta in discesa.

È uno dei tanti meccanismi narrativi rodariani, quel suo modo leggero (ma al tempo stesso profondo) di accostarsi alle cose e ai loro significati. Una conoscenza condotta attraverso il gioco, lo scarto ironico, lo spunto divertente. Un percorso mai fine a se stesso, ma sempre fedele al principio che per conoscere bisogna “manipolare”: sì, perché per Rodari lasciarsi cullare dalle onde della creatività voleva dire guardare, toccare, girare, smontare, rimontare… e alla fine conoscere. Un vero rivoluzionario dell’apprendimento (e dite la verità, i nomi di Scandicci e Lastra a Signa – se non siete toscani – li avete memorizzati solo con la sua canzone…).

La sua narrativa offre spunti didattici anche per la geografia. Proviamo a seguire Rodari nel suo vagabondare creativo e a proporre qualche idea per imparare divertendosi. Vuoi vedere che i ragazzi si appassionano? E che gli insegnanti imparano ad ascoltare meglio gli alunni e i loro mondo interiore?

Fare Geo

Sfruttando alcune delle strategie di Rodari per lo sviluppo della creatività, proponiamo attività didattiche per fare geografia in modo giocoso e anticonvenzionale. Sono solo semplici spunti, ma nulla vieta che (in perfetto stile rodariano) si possano inventare nuove modalità per coinvolgere ragazze e ragazzi, promuovendo curiosità e talento. Scommettiamo che alla fine gli studenti ne sapranno di più e soprattutto avranno raggiunto una maggiore consapevolezza?

Geo-poesie in rima

Il nostro viaggio parte da… Scandicci, non poteva essere altrimenti! La canzone che abbiamo proposto è un perfetto esempio di metodo per l’apprendimento geografico. Ecco una possibile attività.

  • Scegli un luogo, per esempio una regione d’Italia.
  • Elenca i dati riferiti alla regione (posizione, estensione, confini, abitanti, monti, fiumi, laghi principali…). Preparati a leggerli alla velocità della luce!
  • Lasciati guidare dal tuo spirito creativo e inventa una filastrocca in rima utilizzando i nomi di alcune città della regione. Perché il testo sia divertente, devi rovesciare o modificare la realtà: un cacciatore deve sparare fiori; la tartaruga deve correre all’impazzata; i ghiacciai devono finire in Sardegna e il mare in Val d’Aosta, e così via.
  • Ricordati: non limitare la tua fantasia, immagina e crea senza badare alle regole poetiche e grammaticali… il risultato sarà ancora più esilarante!
  • Registra la tua geo-poesia e condividi il file audio con i compagni e l’insegnante.
  • Se sei stato in gamba…. ritira il premio!

Per ispirarti nella creazione, leggi i nostri suggerimenti.

Ipotesi fantastiche

Partendo dalla tecnica di Rodari delle “ipotesi fantastiche”, proponiamo un’attività che faccia lavorare gli studenti sulla logica del “Che cosa succederebbe se…”. Si tratta di un esercizio di fantasia che permette di connettersi in modo alternativo al contesto geografico, di pensarlo in modo diverso e perfino assurdo: un percorso immaginifico che conduce, per percorsi inusuali, alla riflessione e alla conoscenza. Come diceva Rodari, con questo gioco “non siamo più nel nonsenso. Siamo, nel modo più evidente, all’uso della fantasia per stabilire un rapporto attivo con il reale”.

  • Crea un binomio scegliendo arbitrariamente un luogo geografico (una città, una regione, un continente..) e un elemento grammaticale (un predicato, un sostantivo, un attributo…). Per esempio “Venezia” e “montagna”.
  • Formula l’ipotesi fantastica cominciando la frase con “Che cosa succederebbe se…”. Per esempio: “Che cosa succederebbe se Venezia fosse in montagna?”.
  • Sviluppa l’ipotesi aggiungendo via via elementi narrativi. Per esempio: “Le gondole volerebbero. I canali sarebbero piste da sci…”
  • È consigliato giocare in gruppo: partendo dalla domanda inziale e dalle successive asserzioni, ogni studente aggiunge il proprio segmento narrativo in modo da creare una “storia collettiva”, frutto del lavoro di tutti.

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