Molti monumenti dei patrimoni dell’Unesco siriani oggi non ci sono più. L’ultima distruzione risale al mese scorso, quando i monumenti storici di Bosra sono stati gravemente danneggiati dai combattimenti (RaiNews).
Il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, ha condannato la distruzione di parti dell’antica città: “Le distruzioni subite da Bosra rappresentano un’ulteriore escalation dell’orrore della guerra e devono essere fermati immediatamente per consentire alle parti interessate di consolidare l’accordo raggiunto per preservare il patrimonio insostituibile di Bosra” (Unesco).
E nei mesi precedenti molti altri siti sono stati presi di mira.
A ottobre colpito l’Arco di Trionfo di Palmira; a settembre, sempre a Palmira, è stato demolito il tempio di Baal: (nella foto a lato come era nel 2000, sotto le immagini satellitari di prima e dopo la distruzione da cui si nota come l’arco sia l’unico elemento rimasto indenne); ad agosto il monastero di Mar Elian del V secolo e il tempio di Baalshamin a Palmira.
Le prime distruzioni in Siria risalgono al 2012, quando ad Aleppo vennero devastati da incendi a settembre gli antichi mercati e a ottobre la moschea degli Omayyadi, il cui minareto del 1090 fu fatto esplodere nell’aprile dell’anno seguente (foto sotto).
Sono ormai centinaia i siti toccati dal lungo conflitto che dilania il Paese e alla devastazione si aggiunge il saccheggio dei reperti archeologici che vengono venduti al mercato nero in tutto il mondo, anche su e-Bay. L’Unesco ha stimato che dal solo sito siriano di al-Nabuk siano state trafugate opere per 36 milioni di dollari (Il Sole24ore).
I patrimoni Unesco della Siria
La Siria, a cavallo tra il Mediterraneo e la Mesopotamia, è una terra ricca di storia che ha mantenuto numerose vestigia del suo passato: sei i siti diventati patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
La prima città siriana entrata a fare parte dei patrimoni Unesco, nel 1979, è la capitale Damasco, che risale al III millennio a.C. ed è una delle più antiche città del mondo. Il vecchio nucleo, circondato da mura romane, è ricco di monumenti medievali: palazzi, moschee, madrase e anche chiese cristiane. La moschea più importante è la Grande Moschea degli Omayyadi dell’VIII secolo (nella foto).
Nel 1980 sono entrati nella lista due siti.
Il primo è Palmira, città oasi carovaniera nel deserto siriano in passato uno dei più importanti centri culturali, crocevia di civiltà, greca, romana, persiana. Prima dello scoppio dei recenti conflitti, il suo parco archeologico, ricco di resti monumentali soprattutto dei primi due secoli dopo Cristo, era la più famosa meta turistica del Paese.
Poi Bosra, città nota sin dall’età del bronzo, quando manteneva rapporti con egizi e fenici, che perse d’importanza dopo le invasioni mongole riducendosi nel XIX secolo a poche centinaia di abitanti. Ricca di vestigia di epoche diverse, templi e teatri romani, chiese paleocristiane e bizantine, madrase e moschee arabe…, si è risollevata nel secolo scorso grazie al turismo.
Aleppo è stata inserita nel 1986. Situata tra l’Eufrate e il Mediterraneo, è ritenuta una delle più antiche città del mondo e fin dal II millennio a.C. è stata un importante centro commerciale lungo le vie della seta.
La sua cittadella del XIII secolo (nella foto) e gli altri monumenti arabi sono integrati nel tessuto urbano attuale.
Nel 2006 si sono aggiunti i due esempi più significativi di architettura fortificata del Medio Oriente durante l’epoca delle Crociate: il Krak dei Cavalieri (nella foto), costruito in posizione strategica secolo dai Cavalieri di Malta tra il XII e il XIII, e Qalʿat Ṣalāḥ al-Dīn (Cittadella del Saladino) che passò più volte di mano tra musulmani e crociati subendo numerose modifiche strutturali.
L’ultimo inserimento, nel 2011, riguarda una quarantina di villaggi del nord-est della Siria, oggi abbandonati, che costituiscono un importante testimonianza della civiltà rurale e delle tecniche agricole del passato. Sono raggruppati in otto parchi archeologici e risalgono a epoche diverse. Il più noto è Qal’at Sim’an, un monastero cristiano costruito sul luogo dove sorgeva la colonna su cui nel V secolo visse e morì l’eremita cristiano Simeone Stilita il Vecchio.
Il progetto “The Million Image Database”
La scomparsa di tanti importanti monumenti del patrimonio culturale dell’umanità preoccupa tutto il mondo. Dopo la conquista di Palmira da parte dell’Isis e la distruzione di gran parte dei suoi monumenti, l’Institute for Digital Archaeology (IDA), in collaborazione con l’Unesco, l’Università di Oxford e il governo degli Emirati Arabi Uniti ha avviato il progetto “The Million Image Database”, volto alla registrazione digitale dei siti storici in pericolo.
Grazie a sofisticate telecamere 3D facili da utilizzare, i monumenti saranno ripresi ad alta risoluzione in ogni particolare e memorizzati su un database che sarà accessibile a tutti e che permetterà anche la stampa di copie in 3D delle opere.
Il primo è stato l’arco del tempio di Baal, alto 15 metri, miracolosamente sopravvissuto alla distruzione di settembre. Una sua copia sarà stampata in 3D su cemento ed eretta in Trafalgar Square a Londra e una seconda andrà a New York (nell’immagine a lato il progetto per Trafalgar Square).
Fare Geo
- Discuti in classe sull’importanza di salvaguardare il patrimonio culturale siriano e sul progetto “The Million Image Database”.
- Su Maps e Street View è possibile accedere a immagini realizzate negli anni scorsi in siti oggi devastati.
Osserva nel sito di Palmira (a destra l’area archeologica) i monumenti distrutti e descrivili:
l’arco di trionfo che puoi ammirare nella foto sferica;
il tempio di Baalshamin eretto nel II secolo a.C., una delle architetture che meglio si erano conservate fino a oggi;
il tempio di Baal (o Bel) del 32 d.C., il principale luogo di culto della città di Palmira. Nelle due foto sferiche puoi osservare il panorama con il tempio visto da lontano e da vicino. Individua la posizione dell’arco rispetto al tempio: si trova a est, ovest, nord o sud?