La Via della Seta Polare: dalla Cina all’Europa attraverso l’Artico

La Via della Seta Polare: dalla Cina all’Europa attraverso l’Artico

Ispirato all’antica Via della Seta, il progetto cinese Belt and Road Initiative prevede lo sviluppo di tre vie commerciali tra Cina ed Europa: una terrestre, una marittima e una polare. La Via della Seta Polare, che attraverserà l’Oceano Artico, sta diventando praticabile nei mesi estivi grazie al progressivo scioglimento della calotta glaciale, dovuto al riscaldamento globale.
Come nasce l’antica rotta che congiunge Europa e Asia? Quali sono le implicazioni e le reali prospettive della Via della Seta Polare?

 

L’espressione “Via della Seta”, introdotta a fine Ottocento dal geografo tedesco Von Richthofen, indica un insieme di percorsi – soprattutto terrestri, ma anche marittimi e fluviali – lungo i quali nei secoli si svilupparono i commerci fra Impero cinese ed Europa.
La Via della Seta si divideva in due rami, cioè fasci di strade: uno settentrionale e uno meridionale. Il ramo settentrionale partiva da Xi’an (Cina centro-orientale) e si sviluppava in direzione di Dunhuang, cuore del buddismo cinese, per poi aggirare a nord o sud il vasto deserto Taklamakan fino all’odierna Kashgar (Cina nord-occidentale); da lì proseguiva verso ovest, superando gli alti valichi del Pamir fino a Samarcanda (Uzbekistan), Teheran (Iran) e Baghdad (Iraq), per poi raggiungere le coste del Mediterraneo. Il ramo meridionale, invece, attraversava la catena montuosa del Karakoram e in seguito il Pakistan, fino alle coste dell’Oceano Indiano: da qui partivano le rotte marittime del Golfo Persico e del Mar Rosso, che poi raggiungevano via terra il Mediterraneo.
All’inizio del Novecento è stata aperta anche una Via della Seta ferroviaria, che dalla Transiberiana si dirama verso il Kazakistan e da lì prosegue verso Urumqi, nello Xinjiang (Cina nord-occidentale), allacciandosi alla rete ferroviaria cinese.

 

Clicca sull’immagine per visualizzare la geostory “La Via della Seta”.

 

Le nuove Vie della Seta

Ispirandosi a questi percorsi tradizionali, nel 2013 la Cina ha lanciato l’iniziativa Belt and Road, per facilitare i contatti commerciali tra Cina ed Europa. Prevede lo sviluppo di infrastrutture lungo tre vie, con un costo totale di 1000 miliardi di dollari.
La Via della Seta Terrestre partirà da Pechino e si dirigerà verso l’Europa occidentale, passando per l’Asia Minore e il Medio Oriente. Per ora sono stati inaugurati alcuni collegamenti ferroviari fra Pechino e città europee come Milano, limitati al trasporto merci, ma che in futuro potrebbero comprendere anche il trasporto passeggeri.
La Via della Seta Marittima attraverserà l’Oceano Indiano, passando per il Canale di Suez, e si spingerà fino al Mediterraneo e poi all’Atlantico.
La Via della Seta Polare, concepita di recente, dovrebbe collegare i porti cinesi a quelli dell’Europa atlantica attraverso l’Oceano Artico, passando a ridosso delle coste ghiacciate della Siberia.

I tracciati delle Vie della Seta Terrestre (in azzurro), Marittima (in blu) e Polare (in rosso) e del Passaggio a nord-ovest (in verde)

 

La Via della Seta Polare e il riscaldamento globale

La Via della Seta Polare, in passato ritenuta impraticabile per la presenza della banchisa artica, sta diventando realtà grazie al riscaldamento globale. Nelle regioni polari, infatti, questo fenomeno è particolarmente accentuato: negli ultimi quarant’anni l’estensione minima della calotta glaciale artica, che viene raggiunta a settembre, è passata da 7 milioni di kilometri quadrati a 4,6 milioni, un valore destinato a scendere ancora di molto. Le acque più meridionali dell’Oceano Artico, quindi, ormai in estate sono libere dai ghiacci.
Già nel 2010, quattro navi mercantili cinesi sono transitate a nord dell’Asia, precedute da robuste navi rompighiaccio. Nel 2017 sono diventate 46, per un totale di 1,26 milioni di tonnellate di merci, un numero che probabilmente aumenterà ancora. Ma per il momento diversi fattori sembrano ostacolare lo sviluppo della Via della Seta Polare, dal flusso di merci discontinuo all’impossibilità di attraversare i mari durante l’inverno a causa dello spessore del ghiaccio, soprattutto tra Canada e Groenlandia. Secondo le previsioni, solo intorno al 2040-2045, con l’avanzare dello scioglimento della calotta, si potrà percorrere questa rotta senza utilizzare navi rompighiaccio.
Il riscaldamento globale coinvolge anche il Passaggio a nord-ovest, rotta navale inaugurata recentemente da alcune navi cinesi, che collega l’Atlantico al Pacifico passando attraverso le regioni artiche del nord America.

L’estensione del ghiaccio marino artico nel settembre 2017, a confronto con la sua estensione media relativa all’intervallo 1981-2010 (linea gialla) (Fonte: NASA)

 

I pro e i contro delle rotte polari

L’attenzione verso le rotte polari nasce dal fatto che sono molto più brevi rispetto a quelle che percorrono l’Oceano Indiano, il Canale di Suez e il Mediterraneo. Per esempio, un mercantile che viaggia da Shanghai verso Rotterdam passando a nord della Russia risparmia 3000 miglia nautiche – pari a 20 giorni di navigazione – rispetto alle rotte meridionali, che richiedono fino a 48 giorni. Inoltre, l’apertura di queste rotte favorirebbe l’accesso della Cina alle immense risorse dell’Artico, in particolare ai vasti giacimenti di idrocarburi presenti nei suoi bassi fondali.
Non mancano però i risvolti negativi, a partire dai rischi geopolitici: i Paesi affacciati sull’Artico, in particolare la Federazione Russa, non vedono di buon occhio l’intraprendenza cinese e potrebbero ostacolarla. Le navi cinesi, infatti, necessitano di un’autorizzazione per solcare le acque a ridosso della costa russa.
Anche gli interessi europei potrebbero risultare compromessi: i porti del Mediterraneo, per esempio, rischiano di essere esclusi da gran parte dei traffici marittimi, visto che le nuove rotte porterebbero le navi cinesi direttamente ai porti dell’Atlantico.
Un pericolo probabilmente non imminente, considerati i forti investimenti recenti della Cina nel Mediterraneo: fra questi l’acquisto del porto del Pireo, in Grecia, e di una quota significativa del porto di Vado Ligure.
La Via della Seta Polare, dunque, almeno per qualche tempo non costituirà una vera alternativa alle rotte meridionali, ma risulterà solo complementare a esse.

 

FARE GEO

  • Confronta la carta del percorso relativo alle tre nuove Vie della Seta con una carta geografica e per ognuna compila una tabella con i nomi degli Stati e degli oceani che attraversa.
  • Utilizza Google My Maps per ricostruire l’itinerario della Via della Seta Polare (qui troverai le indicazioni per utilizzare lo strumento).
  • Utilizzando Internet, documentati sul tipo di merci trasportate lungo l’antica Via della Seta.
  • Consulta sul sito della NASA i dati relativi all’estensione del ghiaccio marino artico: di quanti kilometri quadrati è diminuita la sua superficie minima dal 1979 a oggi? in quale anno è stato raggiunto il valore più basso e a quanto corrisponde?

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