Il 12 settembre 2023, presso il Senato della Repubblica, è stato presentato il XV Rapporto della Società Geografica Italiana (SGI) dal titolo Viaggio nella scuola d’Italia. È un importante contributo dei geografi italiani al dibattito pubblico sulla scuola nostrana, che – oltre a fare luce sulle lacune dell’insegnamento della geografia – getta uno sguardo più ampio e generale sull’attuale situazione delle istituzioni scolastiche. Ci soffermiamo in particolare su alcuni temi che riguardano il ruolo della scuola come protagonista del territorio, della transizione ecologica e della convivenza civile.
Scuola e territorio
Uno dei nuclei di riflessione di maggiore interesse del Rapporto si concentra sull’analisi territoriale del sistema scolastico italiano, rilevando come negli anni sia mancata una vera programmazione in grado di creare una rete diffusa e integrata di servizi rivolti alla persona (quindi non solo la scuola, ma anche, per esempio, i servizi sanitari). Un’analisi resa possibile dalle competenze geografiche messe a disposizione dai qualificati estensori del Rapporto: geografe e geografi accademici affermati, ma anche da docenti di scuola e dirigenti scolastici così come da geografe e geografi in formazione.
Le scuole in Italia sono state considerate un corpo a sé, senza preoccuparsi dell’impatto della loro presenza nel contesto territoriale. E questo non ha fatto che radicare la disuguaglianza nella distribuzione territoriale degli istituti formativi. Lo testimonia il fatto che il sistema scolastico italiano presenta i più alti tassi di rischio e povertà educativa negli stessi territori (il Mezzogiorno e le aree interne) in cui nel 1881 si registravano i valori più alto del tasso di analfabetismo in Italia. Senza contare che la diminuzione del numero di plessi scolastici registrata nel nostro Paese a partire dal 2000 si è concentrato proprio in questi territori.
Una logica distributiva che, in maniera miope, ha accentrato le agenzie formative nei presidi territoriali dove è più viva la dinamica mercantile della domanda e dell’offerta, trascurando però in questo modo la funzione perequativa che è (o meglio dovrebbe essere) propria dei servizi di base come quello scolastico (e sanitario), e più in generale della cura delle persone.
La comunità educante
È per questo che è sempre più urgente rendere la scuola un’attrice territoriale protagonista di un rinnovato patto sociale tra scuola, famiglie e istituzioni teso a “creare il territorio”. In altre parole, bisogna aggregare le energie sociali per dare vita a una comunità educante in grado di disegnare un contesto di crescita e di promozione sociale, e quindi di democratizzazione.
Sul fronte più propriamente pedagogico la scuola non può fare da sola, e richiede un’alleanza con il territorio in grado di produrre un arricchimento dell’offerta formativa con il contributo di una rete capillare di agenzie, associazioni ed enti che, come le scuole, costituiscono oggi un rilevante capitale territoriale da valorizzare.
Scuola e transizione ecologica
Per dare valore alla funzione formativa ed educativa della scuola, il Rapporto pone grande attenzione alla prospettiva della transizione ecologica, un tema che coinvolge attivamente la politica e il dibattito pubblico. Questo processo, oggi percepito come indispensabile per un futuro sostenibile, trova proprio nelle scuole un riferimento importante: in esse infatti si è andato creando un archivio di esperienze e sperimentazioni nel campo dell’educazione ambientale che hanno contribuito a sviluppare e a consolidare nel Paese una crescente sensibilità ecologica, specialmente tra le giovani generazioni.
In questo percorso didattico e formativo, l’insegnamento della geografia ha avuto – e ha – un ruolo preminente, in quanto disciplina che unisce la visione fisica e antropica del territorio all’analisi e comprensione dei fenomeni ambientali e climatici, e al loro impatto locale e globale.
In linea con le nuove criticità e priorità poste dal mondo contemporaneo, la prospettiva della transizione ecologica ha in sé i presupposti per definire una rinnovata missione sociale e identità pedagogica della scuola.
Scuola e cittadinanza
Un’altra riflessione posta dal Rapporto riguarda il tema della dimensione civile dell’insegnamento, che si traduce nella consapevolezza da parte delle agenzie formative ed educative di partecipare da protagoniste al dibattito civile e politico.
In questo senso il Rapporto cerca di superare l’idea di scuola come sistema chiuso e autoreferenziale, sempre più identificato come percorso di crescita individuale e orientato esclusivamente al mondo del lavoro. Vuole invece aprire la riflessione a una dimensione più collettiva e a una concezione di educazione ispirata i valori di rispetto, incontro, confronto, inclusione.
Di fronte a un mondo interconnesso e in rapido cambiamento, gli studenti del ventunesimo secolo si trovano a sperimentare una grande minaccia ma anche una coinvolgente opportunità di crescita. E i sistemi educativi, in primis la scuola, hanno il compito di promuovere una visione globale e interculturale dei fenomeni, che ne colga la complessità e fornisca strumenti di analisi e soluzione.
La scuola è chiamata a sviluppare conoscenze, competenze e metodi didattici per stimolare negli studenti la competenza di cittadinanza, a partire dal livello locale per arrivare a quello planetario.
Qui puoi vedere la registrazione completa della Presentazione del XV Rapporto della SGI Viaggio nella scuola d’Italia