Percorrere le greenways è un ottimo modo di sperimentare la mobilità sostenibile in bicicletta, a piedi o a cavallo. La rete delle “vie verdi” in Italia è molto estesa e offre la possibilità a tutti di fare esperienze da un punto di vista naturalistico, paesaggistico, storico-architettonico e culturale. Scopriamo meglio che cosa sono e come nascono le greenways, che fanno della connessione con l’ambiente e della rigenerazione delle infrastrutture la loro caratteristica distintiva. È un’occasione preziosa per prepararsi al concorso AIIG Fotografi di classe 2023 (Ri)generiamo gli spazi, che ci invita a esplorare i contesti in cui la cura per la conservazione del territorio e dei suoi valori storico-naturalistici prevale sull’abbandono e il degrado.
Cos’è una greenway?
Le greenways sono vie di comunicazione riservate esclusivamente ai viaggi non motorizzati, sviluppate in modo integrato così da valorizzare sia l’ambiente sia la qualità della vita del territorio circostante. È quanto si legge nella definizione della Dichiarazione di Lille, firmata il 12 settembre 2000 dai membri dell’Association Européeenne des Voies Vertes e dalla European Greenways Associations (AEVV-EGWA). In essa viene annunciata la nascita di una “Rete Greenway europea” riservata agli utenti non motorizzati, che comprende per la maggior parte “vie verdi” e strade veloci, poco trafficate.
Il termine greenway è invece nato molti anni prima. Venne coniato nel 1959 da un analista urbano, William H. Whyte, che lo utilizzò nel libro The Social Life of Small Urban Spaces. Più tardi, nel 1995 Charles Little, nel suo libro Greenways for America, scrisse che la parola greenway deriva da due termini: green da “greenbelt” (cintura verde) e way da “parkway” (strada panoramica).
In Italia il tema greenway ha cominciato a essere dibattuto in seguito alla volontà di riqualificare e ridare nuova vita alle ex vie ferroviarie in seguito alla dismissione dei sedimi ferroviari. Da lì si è sviluppato il tema anche grazie all’attività dell’Associazione Italiana Greenways, che fa parte della European Greenways Association e che si occupa dello studio, dello sviluppo e della promozione di queste infrastrutture verdi.
Non solo piste ciclabili
La greenway ha una sua identità specifica rispetto alle reti di mobilità sostenibile. Non va per esempio confusa con la pista ciclabile. L’idea di greenway, infatti, non si qualifica solo come percorso protetto di mobilità lenta e dolce, ma investe aspetti più generali, come la valorizzazione e la riqualificazione delle risorse naturali, il recupero dei paesaggi degradati e lo sviluppo sostenibile delle città.
Le greenways presentano alcune caratteristiche che le contraddistinguono:
- sicurezza: sono percorsi separati dalla rete stradale e dedicati esclusivamente a utenti non motorizzati;
- accessibilità: sono percorribili da tutte le tipologie di utenti con diverse caratteristiche e abilità (bambini, anziani ecc.);
- circolazione dolce: sono caratterizzate da pendenze moderate per fruire “lentamente” i percorsi;
- multiutenza: sono percorsi generalmente aperti a tutte le tipologie di utenti (pedoni, ciclisti, escursionisti a cavallo ecc.);
- recupero di infrastrutture e strutture esistenti: sentieri, strade storiche, alzaie, linee ferroviarie dismesse, strade rurali minori ecc., per la realizzazione dei percorsi e delle strutture di servizio (luoghi di sosta e ristoro, punti informativi ecc.);
- integrazione con l’ambiente naturale: offrono un accesso rispettoso alle aree di particolare pregio naturale e svolgono un’importante funzione educativa consentendo una conoscenza e una fruizione sostenibile del territorio.
(Fonte: Associazione Italiana Greenways)
Un esempio di greenway: la Ciclovia dell’acqua in Puglia
Il progetto della Ciclovia dell’acqua si snoda per oltre 500 chilometri e segue le due principali condotte storiche di Acquedotto Pugliese: da Caposele, in provincia di Avellino, a Villa Castelli e dal Grande Sifone Leccese a Santa Maria di Leuca. Il progetto intende restituire ai fini ciclabili le strade di servizio dell’Acquedotto.
La Ciclovia attraversa tre regioni, Campania, Basilicata e Puglia, e si connota come un grande itinerario narrativo. Per metà del suo percorso la Ciclovia è preclusa al traffico motorizzato: una vera e propria “greenway”. Questo percorso mira a promuovere un turismo diverso, ecosostenibile e rispettoso della storia e dei luoghi interessati.
Infatti il tracciato della ciclabile attraversa alcuni dei luoghi più affascinanti della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Terra d’Arneo ed entroterra salentino. Incontra inoltre numerosi manufatti storici di grande pregio architettonico e innumerevoli opere di alta ingegneria come i bellissimi ponti sul canale della Murgia.
Attualmente è stata realizzata la prima tratta, che ripercorre la strada di servizio dell’Acquedotto Pugliese dal comune di Cisternino a Ceglie Messapica.
La rigenerazione delle linee ferroviarie dismesse
Il nostro Paese è ricco di percorsi non motorizzati che mirano alla connessione con l’ambiente e alla rigenerazione delle infrastrutture in disuso (è possibile avere una panoramica dei percorsi in Italia sul sito Bicitalia). Tra le greenways spiccano i tracciati appartenenti alla rete ferroviaria dismessa.
Oggi queste “vie verdi” si sviluppano per circa 400 chilometri, ma il patrimonio nazionale in termini di linee ferroviarie dismesse e potenzialmente riqualificabili conta più di 6.000 chilometri dal Nord al Sud Italia. Un esempio virtuoso di come le vecchie infrastrutture si possono recuperare e riutilizzare per altri fini, in nome di una cultura sostenibile del paesaggio.
È possibile percorrere questi itinerari rigenerati lungo tutta la Penisola.
Al Nord: la Pista ciclabile Dobbiaco-Cortina-Calalzo di Cadore
Il tragitto sfrutta tutta la vecchia linea ferroviaria delle Dolomiti, con l’eccezione di alcuni brevi tratti.
Lunghezza | 68 km |
Livello di difficoltà | medio |
Fondo stradale prevalente | asfalto, sterrato |
Al Centro: la Pista ciclabile Fiuggi-Paliano
Il percorso di questa greenway ripercorre il tracciato della vecchia ferrovia Roma-Fiuggi-Frosinone.
Lunghezza | 23,5 km |
Livello di difficoltà | medio |
Fondo stradale prevalente | asfalto |
Al Sud: la Ciclovia della Basilicata
La via verde è stata realizzata lungo il percorso della vecchia ferrovia che interessa la Calabria e la Basilicata, da Lagonegro a Spezzano Albanese.
Lunghezza | 32 km |
Livello di difficoltà | medio |
Fondo stradale prevalente | quasi totalmente sterrato con ghiaia |
(Ri)generiamo gli spazi: il concorso Fotografi di classe di AIIG
Il tema della rigenerazione è al centro anche della proposta di AIIG (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia) per il concorso “Fotografi di classe” che si concluderà nell’aprile 2024. È un invito a esplorare i contesti in cui la cura per la conservazione del territorio e dei suoi valori storico-naturalistici prevale sull’abbandono e sul degrado. La scelta vuole anche sottolineare l’urgenza delle trasformazioni richieste, che riguardano non soltanto le istituzioni pubbliche, ma anche i singoli cittadini.
Per il concorso, alle classi viene chiesto di partecipare con una o più fotografie (nelle modalità previste dal regolamento) che documentino un’esperienza di fruizione di spazi rigenerati, connessi a una realtà territoriale e a un progetto di rinascita.
Documentare lo sforzo – spesso silenzioso – di impegno e fantasiosa progettualità nella rigenerazione, non è soltanto un modo per favorire la conoscenza diretta del territorio. È un potente farmaco contro l’indifferenza, la rassegnazione e l’impotenza che rischiano di contagiare tutti e in modo particolare i giovani. La Geografia può incentivare gli studenti e le studentesse a raccogliere le sfide del mondo di domani. Offre loro gli strumenti necessari per conoscere la realtà, e li forma a distinguere quali sono le opportunità, i vincoli e i limiti nell’uso del territorio.
Ogni luogo può accogliere un’esperienza di rigenerazione: città d’arte, borghi, vulcani, grotte, fiumi e laghi sono molto più di una cornice, sono la casa dei progetti di rigenerazione. È il caso di una vecchia miniera abbandonata in Sardegna, esempio di archeologia industriale, convertita in un luogo di aggregazione culturale;
Al concorso “Fotografi di Classe” 2023 possono partecipare classi delle scuole di ogni ordine e grado, e ogni Istituzione scolastica può coinvolgere più classi.
Per tutte le informazioni sul concorso “Fotografi di classe” 2023 (regolamento, modulistica e approfondimenti) collegati al sito fotografidiclasse.it
È possibile inviare le fotografie e le fotopresentazioni fino al 20 aprile 2024.
Altri suggerimenti e suggestioni didattiche saranno disponibili durante i prossimi mesi sui siti AIIG, Patria della Bellezza e su questo blog.