La tragedia del terremoto in Nepal: colpa dell’India

La tragedia del terremoto in Nepal: colpa dell’India

Sale di giorno in giorno la stima delle vittime del violento terremoto che alle 11,56 del mattino del 25 aprile (8,11 ora italiana) ha distrutto Katmandu e gran parte del Nepal. Molte le aree non ancora raggiungibili e, se dopo una settimana le vittime accertate sono ormai oltre settemila, si pensa che il numero possa superare i diecimila. Milioni i senza tetto e mancano cibo ed elettricità (ANSA).
La violenza del sisma è stata molto alta, magnitudo 7,8, ma, a causare il crollo degli edifici e di conseguenza morti e feriti, è stata anche la condizione delle strutture edilizie, in maggior parte in erette senza tener conto dell’elevato rischio sismico: in muratura con mattoni non rinforzati o in pietra. Oltre 400mila gli edifici andati distrutti.
torre-terremoto-in-nepal_tgcomA Katmandu e nelle altre antiche città storiche della vallata, Bhaktapur e Patan, principali mete turistiche del Nepal, sono crollati antichi palazzi e templi. Tutti i sette siti patrimoni dell’Unesco del Paese sono stati danneggiati, come la torre Dharahara, alta 62 metri, che si è completamente sbriciolata.
Nelle immagini seguenti le riprese dall’alto di alcune zone colpite dal sisma.
Aftermath of the 7.8 magnitude earthquake in Nepal
repliche_27-04-15Nei due giorni successivi al terremoto vi sono state numerose scosse di assestamento (aftershock) in particolare a sud-est dell’epicentro attorno alla capitale, la stessa area dove il sisma è stato più violento (qui a lato la mappa con le scosse di assestamento).
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Un disastro annunciato
La zona in cui si è verificato il terremoto, come tutta l’Himalaya, è ad alto rischio sismico (INGV). La placca crostale dell’India continua il moto che in 65 milioni di anni l’ha spinta dalla costa africana verso nord-est fino a farla incuneare sotto l’Asia sollevando la catena dell’Himalaya. Lo spostamento, inizialmente più veloce, è rallentato quando le due placche continentali si sono scontrate, ma continua ancora oggi e attualmente avviene alla velocità di circa 4-5 centimetri all’anno (INGV).
Le zolle premono una contro l’altra e, quando lo sforzo è troppo elevato, improvvisamente le rocce si spaccano e lo schianto provoca il terremoto. Il suolo si sposta e si solleva e le rocce tornano a distendersi.
himalayahazardsciencefig-2Ma negli anni seguenti la compressione riprende fino ad una nuova frattura. Nelle immagini il cammino fatto dall’India e le deformazioni nella faglia che corre lungo la sutura tra India e Asia (la stella indica l’epicentro, mentre nel box piccolo è segnato l’ipocentro, il punto interno in cui si è verificata la rottura).
La capitale del Nepal non era stata soggette a un violento terremoto da molto tempo ed era quindi ritenuta una delle zone più in pericolo. Lo spostamento qui è di 2 cm/anno, in un secolo circa due metri, una pressione enorme che ha fatto cedere il terreno.
Dopo il terremoto le osservazioni fatte dal satellite Sentinel 1A dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno rilevato che Katmandu si spostata di circa tre metri verso sud e si è sollevata di un metro (ANSA).

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Osserva la carta qui a lato (dal sito USGS) con l’area interessata dal terremoto del 25 aprile e confrontala con una carta fisico-politica dell’Asia meridionale. Le linee nere indicano i confini del Nepal e le linee colorate racchiudono le zone concentriche con l’intensità del sisma decrescente. La stella segna l’epicentro del sisma.
• Il terremoto è stato avvertito soltanto in Nepal? Se no, in quali altri Stati?
• Le scosse sono state sentite soltanto nelle vallate dell’Himalaya o anche nella pianura del Gange?
• L’epicentro si trova in mezzo alla zona più colpita?
• Indica alcune città colpite dal terremoto precisandone l’intensità (molto forte, forte, media, bassa) e indicando il Paese in cui si trovano.

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