Un nuovo sisma di magnitudine 6.0 nella notte tra il 23 e il 24 agosto ha sconvolto l’Appennino tra Marche, Umbria e Lazio. Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e Arquata del Tronto i paesi più colpiti.
Nell’immagine a lato il centro storico di Amatrice il mattino dopo il terremoto, mentre su La Repubblica si può vedere il video registrato dall’elicottero che sorvola i paesi distrutti.
Alle 3,36 ora italiana (1,36 UTC), la scossa più violenta, ma in seguito la terra ha continuato a tremare con numerose scosse di assestamento che hanno superato magnitudine 4. Secondo i sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) lo sciame sismico continuerà ancora a lungo con scosse anche piuttosto violente.
Nella zona non vi sono grandi città, ma centinaia di persone sono rimaste schiacciate sotto le macerie: circa 300 le vittime accertate e 238 le persone tratte in salvo.
Il pericolo di nuovi crolli impediva di utilizzare strumenti e i soccorritori hanno dovuto scavare a mani nude per cercare i sopravvissuti.
Le abitazioni dei paesi della zona, per la maggior parte costruite oltre un secolo fa, sono in muratura, ma generalmente in calcare, ciottoli e poca calce (La Stampa). Non in grado di sopportare le scosse, si sono sfasciate. A peggiorare la situazione, dopo il terremoto del 1986 sono stati costruiti alcuni tetti in cemento armato su muri non idonei a sorreggerli (ANSA). A Norcia, dove gli edifici erano stati ristrutturati adeguatamente in seguito al sisma del 1997, non vi sono state vittime nonostante l’intensità delle scosse sia state di poco inferiore a quella delle zone prossime all’epicentro.
Una tragedia che si ripete da secoli, perché in Italia i terremoti sono sempre in agguato.
Le cause dei sismi
Nel Mediterraneo le zolle continentali di Europa, Asia e Africa si uniscono e si scontrano con movimenti lenti ma continui che portano i margini a convergere, spingersi e stirarsi. L’Africa, infatti, sta muovendosi verso nord, contro l’Europa che invece spinge verso sud. Ma il limite tra Europa ed Africa non segue il confine politico dei continenti. Dalla placca africana, infatti, si protende una sporgenza che comprende il Mar Adriatico incuneandosi fino a raggiungere le Alpi.
L’Italia non si trova completamente sulla placca europea, ma in parte giace su una sporgenza della placca africana che si protende verso nord.
Gli Appennini, colonna vertebrale della penisola italiana, si trovano a cavallo del margine occidentale di questa sporgenza e ne subiscono le conseguenze. Ogni anno la catena si accorcia di 3-4 millimetri e questa compressione provoca una serie di linee di frattura, dette faglie, che tendono ad aprirsi spostando la zona orientale che si trova sulla placca africana verso l’Adriatico e la zona occidentale, sulla placca europea, verso il Tirreno (Il Sole24ore, INGV). Come risultato gli strati vengono schiacciati come in una morsa e si assottigliano abbassandosi: gli strumenti hanno registrato per effetto del sisma un abbassamento di 20 cm del paese di Accumoli (ANSA).
La faglia che il 24 agosto ha provocato il collasso degli strati rocciosi è vicina alla superficie (5 km di profondità) ed è lunga una ventina di chilometri.
Un terremoto si verifica quando la tensione dovuta alla compressione o allo stiramento degli strati rocciosi porta ad un’improvvisa rottura che scuote il terreno fino in superficie provocando le onde sismiche che si allargano dall’epicentro, mentre le rocce si riassestano. Inseguito si osservano piccoli spostamenti del territorio sia orizzontalmente sia in altezza. Il propagarsi delle onde del sisma del 24 agosto è stato registrato dall’INGV che ha realizzato un video (ANSA): qui a lato un’immagine.
Nella mappa soprastante sono indicate la posizione degli epicentri e la magnitudo delle maggiori scosse.
Il terremoto di questi giorni ha la medesima causa di quelli che hanno colpito zone vicine negli anni scorsi: nel 2009 poco più a sud l’Aquila (con oltre trecento morti) e poco più a nord nel 1997 Colfiorito. E nel 1639 si verificò un terremoto simile a quello attuale, con epicentro sempre ad Amatrice, che distrusse il paese causando la morte di 8.000 persone.
Nella carta qui sotto sono riportati i maggiori terremoti avvenuti in Italia in epoca storica, mentre nella tabella è mostrato l’elenco dei sismi più violenti che si sono verificati dall’inizio del Novecento all’anno scorso. Per ogni terremoto la tabella distingue tra magnitudo (scala Richter che riporta l’energia rilasciata dal terremoto), e intensità (scala Mercalli che valuta gli effetti e i danni provocati).
Fare Geo
- Utilizza Google maps per visitare i Paesi terremotati (clicca sul nome per vedere Amatrice) e confronta le immagini che vedi con quelle riportate dai giornali e sul web del dopo sisma Qui a lato la chiesa di San Francesco ad Amatrice prima e dopo il 24 agosto. Prepara una breve relazione su quanto hai rilevato.
- Confronta la magnitudo e l’intensità del maggiori terremoti italiani dell’ultimo secolo: i sismi con maggiore magnitudo causano sempre maggiori danni? Sapresti spiegare il motivo?
- Osserva la carta con le placche tettoniche del Mediterraneo e individua su quale placca si trovano le seguenti città: Roma, Venezia, Torino, Catania, Bari, Firenze. Indica alcune città italiane che ritieni si trovino in prossimità del margine delle zolle.