I tagli imposti dalla crisi economica si rifletteranno sulla geografia del nostro Paese che vedrà cambiare regioni, province e comuni.
La proposta fatta dal governo di abolire le province sotto 300 mila abitanti e i 3.000 km² di superficie, infatti, farebbe sparire ben 29 province e tra queste alcune città che hanno avuto un ruolo importante nella storia italiana (La Repubblica).
Non sarebbero più capoluoghi di provincia città come Trieste, rimasta con soli 212 km² di territorio in seguito alle cessioni alla Iugoslavia avvenute dopo la guerra, poi Piacenza, Asti, Ascoli, Terni, Benevento, Gorizia…
E il Molise perderebbe tutte le sue province perché sia Campobasso sia Isernia non raggiungono i 3.000 km² ed hanno meno di 300mila abitanti. Mentre altre regioni risulterebebro formate da una sola provincia: in Umbria rimarrebbe soltanto Perugia e la Liguria perderebbe Imperia, Savona e La Spezia restando con la sola Genova. Aosta si salva soltanto perché non è una provincia, ma il capoluogo di una regione.
E poi i comuni: ben 1877 dovranno essere accorpati. Sono soprattutto le piccole comunità montane a sparire. La regione più colpita è il Piemonte, con quattro province e oltre 500 comuni eliminati: 138 comuni nella provincia di Cuneo, 113 in quella di Torino e 112 in quella di Alessandria. La meno colpita la Puglia, che non perde né province né comuni.
Il nome di tutti i comuni eliminati, provincia per provincia, è disponibile su un sito di maps. Sulla carta sono segnate le province e cliccando sui triangolini (o sul nome della provincia riportato nella lista a lato) appare il nome dei comuni a rischio.
La situazione però è ancora incerta. Molte le proteste e la decisione definitiva avverrà quest’autunno.