Continuiamo la serie sugli esploratori per raccontare le loro imprese e provare a offrire uno “sguardo nuovo” sul mondo. Oggi, apparentemente, la superficie della Terra non ha più segreti. Esistono invece nuovi esploratori che, spinti da ulteriori domande e da un rinnovato impegno ambientale, ci dimostrano esattamente il contrario e alimentano il nostro desiderio di conoscere direttamente l’infinita varietà dei territori del nostro Pianeta e dei loro abitanti
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel Proust
Tiziano Fratus è poeta, scrittore, fotografo, musicista, ma è anche un “cercatore di alberi”. Vive nella campagna piemontese in piena sintonia con l’ambiente che lo circonda. Con perseveranza e pazienza, ha imparato ad ascoltare la natura e a conoscere il suo linguaggio, soprattutto quello degli alberi. Per comunicare questo suo rapporto profondo e armonioso, ha elaborato una sua “dendrosofia” e ama definirsi Homo Radix (Uomo Radice). Facciamoci accompagnare dai suoi “occhi nuovi sul mondo” alla scoperta di alberi unici e straordinari, in un sorprendente viaggio che ci riporta in contatto con la nostra interiorità.
Il mestiere di cercare alberi
Tiziano è un esploratore molto particolare: cammina per il mondo alla ricerca di alberi. Li trova dove nessuno li cerca, e li capisce come nessun sa fare. Esplora deserti per trovare gli arbusti solitari sopravvissuti all’assenza di acqua e al calore; attraversa foreste per scoprire alberi secolari dalle forme incredibili; si arrampica sulle montagne per osservare le specie vegetali capaci di radicarsi sui terreni più impervi.
È un esploratore attento e metodico. Nei suoi viaggi porta sempre con sé un taccuino, una penna, una matita, un metro e una macchina fotografica per registrare le specie arboree che incontra: le misura, le disegna, le fotografa e scrive le emozioni che gli hanno provocato. Ragione e sentimento, scienza ed emozioni: tutto il suo essere è coinvolto durante le sue immersioni nella natura.
Studiare gli alberi, per lui, è una vera e propria missione, oltre che una grande gioia: “Senza gli alberi l’umanità non si sarebbe potuta difendere, non si sarebbe potuta evolvere, curare, emancipare. La natura mi concede così tanto, quindi cerco di fare qualcosa per la sua tutela, valorizzazione, diffusione e conoscenza”.
Alberi in città
Le esplorazioni di Tiziano non si limitano ai territori selvaggi: anche le città sono tra i suoi campi d’azione preferiti. Nel Manuale del perfetto cercatore d’alberi, uno dei tanti libri che ha pubblicato, si legge: “La conoscenza di noi stessi può avere luogo nel cuore del mondo selvaggio quanto nel cuore della civiltà, nei lariceti a oltre mille metri di altezza di una riserva naturale, nella lontana Alaska […], quanto al Parco Valentino di Torino, al Parco Sempione a Milano, al parco di Villa Borghese a Roma”.
E ancora: “Viaggiare può voler dire affrontare i territori a noi più prossimi. […] Conoscere il proprio territorio vuol dire capire che sono stati messi a dimora degli alberi lungo la via che conduce alla piazza comunale; quando sono stati piantati e da chi i tassi e i cipressi del cimitero; qual è l’albero più anziano della propria vallata, ricostruirne la storia ‘umana’, nominarlo”.
Per Tiziano avere questa sensibilità permette di comporre una vera “alberografia” del proprio territorio, una mappatura fisica e mentale delle presenze vegetali nel nostro quotidiano. È un percorso intenso e totalizzante che porta a riconoscere gli spazi verdi e la ricchezza vegetale che ci circonda nelle nostre città per poi poter comunicare e proteggere questi tesori. È una forma di valorizzazione e di tutela dell’ambiente in cui viviamo.
Il “cedrosauro” e altre meraviglie d’Italia
Tiziano è uno straordinario conoscitore dei segreti degli alberi più significativi e sorprendenti che crescono nelle città del nostro Paese. Li ha scovati ovunque, anche nei posti più impensati, ciascuna con la sua originalità e una storia da raccontare.
Ci presenta, per esempio, alcune sequoie monumentali come quelle del parco di Sammezzano, nel comune di Reggello (a una trentina di chilometri da Firenze), dove svetta la “Sequoia gemella”, che con i suoi quasi 54 metri di altezza è la più alta d’Italia. Oppure le sequoie cresciute in spazi davvero ristretti, come la più grande sequoia della Valle d’Aosta, che campeggia in un piccolo giardino di una villa di Champdepraz; oppure la sequoia italiana che vanta la maggiore circonferenza del tronco e che abita un modesto giardino di un’abitazione privata di Roccavione, un piccolo comune vicino a Cuneo, in Piemonte.
Grazie alla sua curiosità e competenza, scopriamo anche uno degli alberi dalla forma più mostruosa mai vista, che si trova dentro la città di Firenze, all’orto botanico, una piccola porzione di terreno vicino al Duomo. Qui si innalza un albero molto particolare: un Taxodium mucronatum o “cipresso di Montezuma”, di origine messicana. Ha un tronco piramidale e le sue foglie si piegano verso il terreno come a formare una fontana di lacrime.
Fratus ci porta poi alla scoperta anche del “cedrosauro”, un grande cedro del Libano che si trova su un prato dei Giardini Margherita, parco del centro di Bologna, con cui bambini e bambine giocano ogni giorno. Il cedro è cresciuto in modo anomalo e la base si è ampliata a terra innalzando quattro ramificazioni. Nei giochi infantili l’albero diventa un gigantesco animale su cui salire, un dinosauro: per questo motivo viene chiamato “cedrosauro”.
E che dire dei Ficus macrophylla di Palermo? Sono di origine australiana e vennero piantati oltre 150 anni fa: oggi sono i più grandi alberi esotici d’Europa. Tra loro, il gigantesco ficus di piazza Marina è stato ribattezzato la “Sagrada Familia degli Alberi” per via delle radici aeree che pendono dalle ramificazioni e generano nuove pareti di corteccia che ormai rendono quasi impossibile rintracciare il tronco originario.
Questo tour alla scoperta di alberi meravigliosi potrebbe durare all’infinito. In compagnia di Tiziano Fratus e della sua coinvolgente curiosità, siamo stimolati a conoscere e proteggere gli alberi del nostro territorio, anche nei luoghi dove non siamo abituati a notare la presenza della natura. Anche la città, infatti, può riservare tante piacevoli sorprese “vegetali”: la natura è ovunque, fuori e dento di noi, questo forse è il messaggio più profondo di Tiziano.
Generazione Green, il corso De Agostini di Geografia di Lorenzo Giudici per la secondaria di primo grado, permette ai ragazzi di informarsi e formarsi su temi di grande attualità, imparando a documentarsi e osservare la realtà e i suoi fenomeni più significativi, e a conoscere il pianeta per proteggerlo.
Scopri i contenuti del corso “Generazione Green” per la secondaria di primo grado