Piccola guida al PNRR - Missione 6: tutelare la salute

Piccola guida al PNRR - Missione 6: tutelare la salute

La nostra guida al PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) si conclude con la Missione 6, l’ultima in ordine di presentazione e per volume di risorse ad essa destinate. La missione riguarda la salute, un argomento di grande interesse e delicatissimo, che riguarda tutti e tutto il mondo (non a caso rappresenta uno dei goal dell’Agenda 2030). Il suo obiettivo dichiarato è “avvicinare sempre di più il Servizio sanitario nazionale alle persone”.

Missione 6: riformare il Servizio sanitario nazionale

La missione 6 prevede innanzitutto la riforma del Servizio sanitario nazionale (SSN) da realizzare entro il 2026. Considerato uno dei più efficienti del mondo, come testimonia l’elevata speranza di vita alla nascita nonostante si spenda per la sanità pubblica meno della media UE, il SSN italiano è stato però messo a durissima prova dalla pandemia di COVID-19.

Questa emergenza ha evidenziato, tra l’altro, i limiti e le storture della rete ospedaliera: la razionalizzazione operata negli anni scorsi per ridurre i costi del Sistema sanitario, con la chiusura o il ridimensionamento di molti istituti considerati “inefficienti”, ha lasciato “scoperte” ampie zone del Paese e centinaia di migliaia di persone oppure ha costretto molti cittadini a tempi di attesa sempre più elevati per accedere a esami, operazioni e altre prestazioni.

Storture e limiti che si sommano a un altro grave fenomeno: la continua diminuzione del numero dei medici di base e dei pediatri di libera scelta (il 3% in meno dal 2018 al 2021, secondo l’Annuari statistico italiano 2022).

Alcuni dati interessanti sul SSN

Secondo i dati ISTAT, nel 2019 la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammontava a 115 miliardi di euro, pari al 6,4% del PIL e a 1.925 euro annui per abitante. Il numero di ospedali è passato da 1378 nel 2002 a 1045 nel 2019, e la dotazione di posti letto, negli stessi anni, è passata da 4,4 ogni 1000 abitanti a 3,1, al 22° posto nell’UE, con un valore molto al di sotto della media europea (5,3 posti letto ogni 1000 abitanti). Si osserva anche un ampio divario tra le aree geografiche del Paese: i valori più bassi si registrano in Campania (2,5 posti letto per 1000 abitanti) e Calabria (2,6). Il valore più alto in Emilia-Romagna (3,7).

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Posti letto (per 1.000 abitanti) nei Paesi UE. Anno di riferimento: 2019 (Fonte: Eurostat)

Secondo il Rapporto SDGs 2022 dell’ISTAT, «il perdurare della emergenza sanitaria ha portato i cittadini alla rinuncia a molte prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno: l’11% di loro ha desistito per problemi economici o per difficoltà di accesso al servizio e per gli effetti della pandemia (erano il 9,6% nel 2020 e il 6,3% nel 2019)».

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Rinuncia alle prestazioni sanitarie per ripartizione geografica, età e genere. Anni di riferimento: 2019-2021 (Fonte: ISTAT)

I principi della Missione 6

I principi su cui si basa la Missione 6 sono improntati a una forte considerazione del valore sociale della sanità pubblica, perché la salute rappresenta un “bene pubblico fondamentale”. Proprio per questo il SSN dev’essere sempre più in grado di soddisfare i “bisogni di salute” di tutti i cittadini, indipendentemente dal genere e dalle condizioni sociali ed economiche.

Un impegno di inclusività che ha anche un grande significato “territoriale”, perché significa intervenire per attenuare o eliminare gli squilibri nell’erogazione dei servizi tra Nord e Sud che ancora contraddistinguono il nostro Paese, dovuti alla frammentazione e al divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali.

Vanno proprio in questa direzione due importanti iniziative:

  • la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale, validi per tutto il Paese;
  • il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti di analisi del Ministero della Salute: lo scopo è quello di monitorare i livelli essenziali di assistenza (LEA), cioè i servizi garantiti dal SSN in tutto il territorio nazionale, e di programmare i servizi di assistenza sanitaria in linea con i bisogni dei cittadini, l’evoluzione demografica della popolazione e il quadro sanitario ed epidemiologico.

Contro i divari regionali nel campo dell’assistenza

Individuare standard qualitativi, tecnologici e organizzativi, uniformi a livello nazionale, significa ristrutturare a livello regionale una gamma di servizi che spaziano dall’assistenza primaria, ai consultori familiari, all’area della salute mentale, salvaguardando, al contempo, le peculiarità e le esigenze assistenziali di ogni area del Paese.

Lo scopo è garantire alle persone, indipendentemente dalla regione di residenza, un’assistenza continua e diversificata sulla base dello stato di salute, dalla fase acuta alla fase riabilitativa e di mantenimento.

Secondo il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel 2021 la stima della speranza di vita alla nascita è di 82,4 anni (80,1 per gli uomini e 84,7 anni per le donne). Questo dato medio nazionale nasconde però profonde differenze territoriali: la distanza tra Nord e Sud è di 1 anno e 7 mesi di vita media in più nel Nord.

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Speranza di vita alla nascita per ripartizione geografica. Anni di riferimento: 2019-2021 (Fonte: ISTAT)

Le due componenti della Missione 6

Gli interventi e le riforme previsti mirano soprattutto ad adeguare il SSN a un contesto demografico, sociale ed epidemiologico in costante evoluzione e sono articolati in due componenti:

  • la componente 1 (Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale) ha lo scopo di ridisegnare in modo capillare su tutto il territorio nazionale la rete di assistenza sanitaria;
  • la componente 2 (Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale) ha l’obiettivo di innovare il livello tecnologico degli ospedali e del SSN in generale, oltre che di investire nella ricerca scientifica e nella formazione del personale sanitario.

La Missione Salute si è vista assegnare 15,63 miliardi di euro dal PNRR, pari all’8,16% del totale; a questa dotazione si aggiungono poi altre risorse straordinarie per superare in complesso i 21 miliardi di euro, così suddivisi:

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Gli obiettivi della prima componente: reti di assistenza territoriale

Per quanto riguarda la componente 1, è prevista la creazione di almeno 380 “Ospedali di comunità”, destinati a pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica e per degenze di breve durata.

Inoltre, per potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità nasceranno oltre 1250 “Case della Comunità” dedicate in particolare ai pazienti affetti da malattie croniche, alle persone anziane e fragili, alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari. Le “Case della Comunità”, dotate di infrastruttura informatica, punto prelievi e strumentazione polispecialistica, dovrebbero diventare il “punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie” nelle zone dove gli ospedali sono distanti, grazie alla presenza di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e assistenti sociali.

Una parte notevole delle risorse sarà destinata a realizzare un ambizioso progetto: rendere la casa dei cittadini il primo luogo di cura, fino a garantire un’assistenza domiciliare al 10% delle persone con più di 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti, con lo scopo di permettere una piena autonomia e indipendenza della persona anziana/disabile presso la propria abitazione e di ridurre i ricoveri inutili.

Un altro intervento riguarda la creazione di almeno 600 “Centrali operative territoriali” in grado di collegare e coordinare i servizi domiciliari con altri servizi sociosanitari e ospedalieri e con la rete di emergenza: tra l’altro dovrebbero, per esempio, monitorare da remoto i dispositivi forniti ai pazienti.

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Obiettivi della prima componente della Missione 6

Gli obiettivi della seconda componente: innovazione e ricerca

Gran parte degli interventi citati necessitano di un forte impulso alla telemedicina, lungo tutte le fasi di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione. Ciò si collega strettamente alla componente 2, che risponde in primo luogo alla esigenza di “concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale” e “sulla ricerca, l’innovazione e la qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali”, in quanto la tecnologia dovrebbe ridurre i divari geografici e territoriali in termini sanitari grazie all’armonizzazione degli standard di cura.

Gli interventi legati alla componente 2 riguarderanno soprattutto la sostituzione di tecnologie sanitarie obsolete negli ospedali, che possono generare «un effetto negativo sulla fiducia dei cittadini nel sistema sanitario». A questo scopo è previsto l’acquisto di oltre 3000 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico, come quelle per TAC, risonanze magnetiche, ecografie, radiografie ecc.); il miglioramento dei sistemi informativi e degli strumenti digitali sanitari (con la diffusione a livello nazionale del Fascicolo sanitario elettronico); la promozione e il rafforzamento del settore della ricerca scientifica; il potenziamento delle risorse umane.

Rientrano in questa componente anche gli interventi necessari per migliorare la sicurezza strutturale dal punto di vista antisismico di 116 ospedali e per aumentare la dotazione di posti letto di terapia intensiva (+3.500 posti letto per garantire lo standard di 0,14 posti letto per 1000 abitanti) e semi-intensiva (+4.225 posti letto).

Un elemento importante è la riforma degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), con lo scopo, tra l’altro, di «potenziare il rapporto tra salute e ricerca»: gli istituti verranno differenziati a seconda della loro attività (monospecialistici o generalisti) e si creerà una rete per integrare gli IRCCS e facilitare lo scambio di know how tra di essi e tra questi e le altre strutture del SSN.

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Obiettivi della seconda componente della Missione 6

Fare Geo

  • Una visione integrata e olistica della salute
    Con la Missione 6 si intende costruire una sanità più sicura, equa e sostenibile. Per questo si sottolinea l’importanza della «prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato (One Health) e con una visione olistica (Planetary Health)». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), “One Health” è un approccio che riconosce come la salute delle persone e dell’ecosistema siano strettamente collegate. Per questo servono sforzi globali per «progettare e implementare programmi, politiche, norme e ricerche in cui diversi settori cooperino per raggiungere migliori risultati per la salute pubblica». Ma che cos’è la «visione olistica» (Planetary Health)? Fai una ricerca su Internet per scoprire quando è nata questa espressione e che cosa significa.
  • La migrazione ospedaliera
    Le disparità regionali nella dotazione di strutture ospedaliere e nella loro qualità per quanto riguarda il percorso di cura e riabilitazione determinano un particolare flusso migratorio, composti dai malati che si spostano dalla propria regione di residenza per farsi ricoverare in ospedali di altre regioni (vedi la carta dell’Italia qui sotto). Un fenomeno che ricalca i più generali squilibri socio-economici tra Nord e Sud. Fai una ricerca in Internet per scoprire quali caratteristiche, dimensioni e direzioni ha questo flusso.
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Emigrazione ospedaliera in altra regione. Anno di riferimento: 2020 (Fonte: ISTAT)
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