Terremoto: minacce collaterali

Terremoto: minacce collaterali

Le scosse che sembrano non finire tengono tutti in allarme: nuovi sismi nella Pianura Padana potrebbero creare danni più gravi?
Il timore di conseguenze ha fatto ripensare il progetto di stoccaggio di metano nel sottosuolo della bassa emiliana proprio nelle località interessate dal sisma. Secondo il Ministro dell’Ambiente Clini, il progetto dovrà infatti essere riconsiderato (Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano). Ma si preoccupano anche i paesi della pianura lombarda dove dovrebbero sorgere altri siti di stoccaggio (Il Corriere della Sera – Brescia).
Ci si chiede: in caso di frattura delle rocce per un terremoto, che cosa potrebbe fare il gas immesso a 2-3000 m di profondità? Difficile da prevedere.

L’entità dei danni e il numero delle vittime in seguito a un terremoto sono strettamente legati all’attività dell’uomo. Le morti di questi giorni sui luoghi di lavoro sono state causate dall’ineguatezza strutturale dei capannoni, ma, se il crollo avesse coinvolto un impianto chimico, sarebbe stato molto peggio. A lanciare l’allarme è Alessandro Martelli, direttore del centro ricerche dell’Enea di Bologna: in Italia sono un migliaio gli impianti chimici classificati “rir” (a rischio di incidente rilevante).
Nella Pianura Padana un altro dei maggiori pericoli in caso di terremoto è la “liquefazione del terreno” causata dall’acqua del sottosuolo.
Ferrara, più volte sommersa dal Po, sorge su un terreno intriso d’acqua. E la situazione non cambia nella pianura più interna: Modena, in passato, era un porto fluviale. I canali non si vedono più perché sono stati coperti, ma l’acqua nel sottosuolo c’è ancora.
Le scosse smuovono la terra che si mescola all’acqua e le costruzioni affondano in questa melma, diventando più instabili. Così gli effetti del terremoto si amplificano.

Fare Geo
Il fenomeno della liquefazione del terreno con lo sprofondamento degli edifici è ben spiegato in un video di Youtube. Osservalo e prova a ripetere l’esperimento.

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