Dopo treni e aerei, proseguiamo la serie di contributi relativi ai trasporti in Europa. Con il supporto di dati e infografiche – provenienti in particolare dall’European Data Journalism Network – cercheremo di dare un quadro delle tipologie dei trasporti europei valorizzandone gli aspetti legati allo sviluppo sostenibile, ambientale e sociale. Ogni articolo sarà corredato da proposte didattiche per il lavoro individuale e in classe.
C’è chi ne fa una vera passione e chi invece la stigmatizza come principale responsabile delle emissioni di gas serra: in ogni caso, l’automobile fa ormai parte del corredo urbano e della nostra quotidianità di cittadini. Ma è possibile porre rimedio ai danni ambientali di cui il trasporto su gomma è portatore e immaginare un futuro “verde” per gli spostamenti a breve e lungo raggio? Gli studi e i progetti che riguardano l’auto rappresentano un crocevia decisivo per il trasporto di domani.
Le automobili e i loro limiti
Le automobili e gli scooter sono di gran lunga i mezzi di trasporto più popolari in Italia: i due terzi della popolazione europea li indicano come i mezzi che usano di più nel corso di una loro giornata tipo, a fronte di un 18% che si muove prevalentemente a piedi o in bici e di un 11% di persone che usano soprattutto i mezzi pubblici.
Il quadro sarebbe parzialmente diverso se invece di guardare agli spostamenti quotidiani si guardasse ai viaggi più lunghi: anche se gli aerei e i treni vengono utilizzati spesso in tali occasioni, le automobili rimangono il mezzo più impiegato.
È paradossale che l’automobile sia un mezzo di trasporto così diffuso e apprezzato, benché allo stesso tempo abbia vari aspetti problematici – di cui pure molte persone sono consapevoli. I problemi sono soprattutto tre:
- l’impatto sull’ambiente e sulla salute: la stragrande maggioranza delle automobili in circolazione è alimentata da fonti non rinnovabili, in particolare da benzina e gasolio. A seconda dei motori, le macchine emettono una varietà di sostanze nocive per l’ambiente e la salute, tra cui le polveri sottili, che causano malattie respiratorie anche gravi;
- gli incidenti stradali: le numerosissime automobili in circolazione possono andare molto veloci e sono assai pesanti, oltre a poter essere guidate da persone imprudenti o disattente. Le vittime provocate dagli incidenti sono diminuite molto negli ultimi decenni, ma rimangono un problema serio;
- l’impiego di spazio urbano: le corsie per i mezzi a motore e i loro parcheggi occupano grandi quantità di spazio, soprattutto nelle città. Abitudini di spostamento diverse potrebbero regalare aree preziose ai pedoni, alle attività commerciali o alle zone verdi.
Scoraggiare l’uso dell’automobile
Per ridurre l’impatto negativo del traffico automobilistico sulla qualità della vita, una strategia consiste nello scoraggiare un uso intenso delle automobili. Oggi, per esempio, moltissime città prevedono aree pedonali o zone a traffico limitato, dove la maggior parte delle macchine non può entrare, e alcune metropoli – come Milano, Londra o Parigi – hanno introdotto un vero e proprio pedaggio per gli automobilisti che vogliono accedere alla loro zona centrale. A Berlino si sta addirittura ipotizzando di chiudere al traffico privato una zona molto estesa della città.
Le autorità possono inoltre alzare i prezzi dei parcheggi o limitarne il numero, oppure introdurre tasse elevate sulla benzina o sul possesso delle automobili stesse. In Danimarca, per esempio, a seconda del prezzo della macchina, l’imposta per l’immatricolazione di un veicolo nuovo (non elettrico) può arrivare a costare quanto il veicolo stesso, o addirittura ancora di più nel caso di automobili particolarmente grandi o potenti.
Incoraggiare l’uso dei mezzi pubblici e delle biciclette
È chiaro però che le persone continueranno a utilizzare l’automobile se non possono contare su alternative pratiche per spostarsi. Servono dunque investimenti adeguati affinché la rete dei trasporti pubblici sia efficiente e garantisca corse rapide e frequenti, coprendo in modo capillare il territorio.
Occorre inoltre incoraggiare l’uso di mezzi meno inquinanti e leggeri rispetto all’automobile, come le biciclette, gli scooter elettrici e i monopattini. Per garantire la sicurezza di tutti, è però opportuno garantire a questi mezzi degli spazi adeguati, per esempio delle corsie riservate lungo le strade.
Per incoraggiare sempre più persone a utilizzare meno l’automobile, in alcune città si stanno sperimentando soluzioni innovative. Alla pratica del bike sharing si sta affiancando la possibilità di noleggiare motorini o monopattini elettrici per brevi tragitti: il noleggio è gestito direttamente da una carta elettronica o da una app, e al termine dell’uso permette agli utenti di lasciare le biciclette o i monopattini dov’è più comodo per loro.
Un’altra pratica interessante consiste nell’offrire l’accesso gratuito ai mezzi pubblici, per l’intera popolazione o per determinati gruppi sociali – come i bambini e i giovani, le persone anziane, o le fasce sociali più povere. L’Estonia e il Lussemburgo sono stati tra i primi Paesi a sperimentare la gratuità per tutti.
Una rivoluzione in arrivo?
Per contenere l’impatto negativo delle automobili sulla qualità della vita, ci si aspetta in realtà molto dall’innovazione tecnologica. Da un lato, sono ormai sempre più forti le spinte per passare dai motori a benzina o gasolio ai motori elettrici. L’energia destinata a muovere le automobili potrebbe essere così più facilmente generata da fonti rinnovabili – anche se sarebbe comunque necessario usare batterie per accumulare l’energia, il cui impatto ambientale rimane significativo. Di sicuro, diminuirebbero l’inquinamento sonoro e atmosferico.
Dall’altro lato, la crescente automazione dei mezzi potrebbe non solo ridurre notevolmente gli incidenti – grazie ai sensori e ai sistemi di controllo della guida – ma anche favorire un uso molto più efficiente delle macchine e degli spazi.
Se la guida delle automobili dovesse un giorno diventare automatica, potrebbero infatti bastare molte meno macchine per soddisfare le esigenze delle persone: dopo avere accompagnato un pendolare al lavoro, un’automobile potrebbe andare a svolgere una serie di altri servizi a favore di altre persone durante la giornata, invece di rimanere parcheggiata per molte ore. Potrebbe insomma funzionare un po’ come un taxi, oppure in modo simile al noleggio breve di un monopattino o di una bici.
Fare Geo
- Osserva le statistiche riportate nelle immagini che compaiono in questo articolo e rispondi a queste domande.
Grafico 1 – Modalità di trasporto prevalenti in alcuni paesi europei. In Italia le auto e moto si utilizzano di più o di meno rispetto alla media europea? Tra i Paesi selezionati, qual è quello dove vengono utilizzati di meno? Quali sono i Paesi dove si usano di più i trasporti pubblici? E le biciclette?
Tabella 1 – Rischi legati agli incidenti stradali. In caso di investimento di una persona a piedi da parte di un’auto, il rischio di subire conseguenze gravi aumenta in proporzione diretta con la velocità? Per esempio, è doppio nel caso in cui l’auto viaggi a 60 km/h rispetto al caso in cui l’auto viaggi a 30 km/h? Osserva la tabella: qual è la ragione per cui sempre più amministrazioni comunali impongono un limite di velocità di 30 km/h su molte strade cittadine, al posto dei tradizionali 50 km/h?
Infografica 1 – Città in cima alla classifica del Copenhagenize Index. È possibile che anche una grande capitale sia una buona città dove spostarsi in bici? Quali Paesi europei sono in testa alla classifica del Copenhagenize Index? Come mai l’utilizzo della bici, nonostante il clima, rimane alto tutto l’anno nei Paesi nordici?
- Visita la pagina web The Bike-Sharing World Map, che raccoglie tutte le reti pubbliche di bike sharing esistenti al mondo. Confronta la disponibilità di servizi per il noleggio breve di biciclette nelle diverse zone d’Italia: in quali località sono più numerosi? Quali potrebbero essere i motivi?
- Osserva e annota tutti gli spostamenti che tu e le altre persone della tua famiglia compiete durante due giorni della settimana, indicando il mezzo di trasporto utilizzato e la distanza approssimativa percorsa. Qual è il mezzo più utilizzato da ciascuna persona? Per quali spostamenti esisterebbe la possibilità di usare un mezzo diverso? Quali fattori influenzano la scelta di un mezzo piuttosto che un altro?