Dolci colline punteggiate da fitti boschi; distese di sabbia lambite dalle acque marine; e ancora, imponenti pareti rocciose che svettano con le loro cime innevate. Diciamo la verità: quando sentiamo pronunciare la parola “paesaggio“, nella nostra mente prendono forma queste immagini un po’ stereotipate. Ma il paesaggio è qualcosa che va al di là dell’immagine da cartolina. È una realtà più complessa che coinvolge la natura e l’uomo, il tempo e lo spazio, mischiandoli in un risultato unico e originale. I musei del peasaggio hanno lo scopo di riportarci a questa dimensione ricca e stratificata, compiendo un’opera di interesse scientifico e anche di impegno formativo, ambientale e civico: studenti e docenti sono i visitatori più attesi. Dopo i musei del mare, andiamo alla loro scoperta.
Paesaggio o panorama?
Il termine paesaggio viene comunemente identificato con l’immagine percepita di un tratto della superficie terrestre. È usato quasi come sinonimo di “panorama” (da questo punto di vista l’Italia è privilegiata in quanto è nota in tutto il mondo per i suoi paesaggi). Si tratta, però, di una definizione riduttiva, limitata a una valutazione estetica e del tutto soggettiva, che può cambiare nel tempo a seconda del punto di vista da cui viene considerata.
Per avere una visione più oggettiva del paesaggio e riportarlo in un ambito scientifico, sono molto utili i musei del territorio e gli ecomusei. Diffusi in tutta Italia, sono le strutture più efficaci per ricostruire le dinamiche che hanno dato vita al paesaggio inteso come bene comune ed espressione sensibile dell’organizzazione territoriale di una data società.
Per questo un “paesaggio” non è solo una “porzione di territorio” – più o meno gradevole – ma è l’insieme di elementi in relazione tra loro e stratificati nel corso degli anni: aspetti percettivi, come i volumi, le forme, i colori; aspetti naturali come la vegetazione, le presenze animali; elementi antropici, come i sistemi agricoli e quelli urbani, le infrastrutture…
I musei del paesaggio svolgono una preziosa funzione storico-scientifica. Hanno, inoltre, tra i loro obiettivi anche quello di coinvolgere la popolazione in percorsi di conoscenza e di tutela. Un aspetto legato all’educazione ambientale e civica che li rende particolarmente adatti a essere visitati e scoperti dagli studenti.
Castelnuovo Berardenga: il Museo del Paesaggio
Il Museo è nel Chianti, in uno dei più tipici paesaggi italiani, ed è unico nel suo genere in quanto rende tanbigile il concetto di paesaggio, approfondendo gli elementi specifici del territorio circostante di cui il paesaggio costituisce la manifestazione visibile.
Nel percorso espositivo, articolato in otto sezioni, l’allestimento propone una serie di dispositivi multimediali interattivi derivati da oggetti d’uso quotidiano. Questi illustrano e accompagnano il visitatore a scoprire da vicino gli aspetti economici e antropici del paesaggio. Vengono illustrate la componente naturalistica e quella storico-culturale, evidenziando il ruolo dell’uomo nella sua creazione.
Il Museo del Paesaggio è attrezzato per interagire con i dispositivi mobili allo scopo di approfondire il rapporto tra paesaggio, arte, architettura e letteratura: una sala è dedicata, in particolare, al paesaggio indagato quale protagonista della rappresentazione artistica.
Pallanza: il Museo del Paesaggio
Il Museo è stato fondato nel 1909 a Pallanza su iniziativa di Antonio Massara. Per il fondatore il paesaggio costituisce il maggior valore del territorio del Verbano e “l’aspetto intimo e profondo e continuamente mutabile sotto l’impronta della vita umana, della visibile scena del mondo”.
Lo scopo era quello di favorire lo studio delle bellezze naturali e artistiche della regione e promuoverne la tutela. Con il temine “paesaggio”, infatti, si sono voluti intendere tutti gli elementi che caratterizzano un territorio, ossia natura, storia e cultura (intesa anche come produzione artistica) del Lago Maggiore.
Il museo si articola in tre sedi: quella storica, ospitata all’interno di Palazzo Viani-Dugnani, è dedicata a pittura, scultura, fotografia, grafica e archeologia con opere dal XV secolo ai nostri giorni. Nucleo centrale del Museo è la Galleria d’arte del Paesaggio, destinata a ospitare vedute del territorio realizzate da artisti ottocenteschi e contemporanei.
Amandola: il Museo del paesaggio dei Sibillini
Il Museo, nato da un’idea di Legambiente e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e inaugurato nel 2005, rappresenta un’opportunità per scoprire non solo l’aspetto naturalistico ma anche quello culturale del territorio.
In ognuna delle sale del museo viene presentato un aspetto diverso del paesaggio del Parco:
- l’area naturalistica con l’illustrazione degli aspetti geologici, naturalistici e faunistici del Parco attraverso pannelli esplicativi e strumenti sensoriali;
- gli aspetti della vita contadina del territorio, del paesaggio agrario e del suo utilizzo e dei prodotti tipici coltivati;
- il mondo della pastorizia attraverso strumenti sensoriali e l’esposizione degli oggetti antichi legati all’attività del pastore;
- una panoramica degli antichi mestieri del territorio (attraverso numerosi pannelli e oggetti si potrà entrare nel mondo del norcino, del falegname, del mugnaio).
Parabiago: l’Ecomuseo del Paesaggio
L’Ecomuseo, istituito nel 2008 a Parabiago, un Comune a circa 25 km da Milano, è un’istituzione culturale con l’obiettivo di aiutare i residenti a Parabiago e i visitatori ad apprezzare, a riconoscere e comprendere il paesaggio per prendersene cura e per migliorarlo. Grazie a un percorso di partecipazione permanente, rappresenta un “patto” con cui la comunità si è impegnata a lavorare insieme per la cura del territorio.
L’ecomuseo ha come ambito l’intero territorio comunale e racconta l’evoluzione e le trasformazioni che il paesaggio ha subito nel tempo, per far emergere le relazioni fra passato e presente. Non soltanto il paesaggio naturale e agricolo, ma anche quello urbano, con una particolare attenzione a quanto realizzato dalle persone che abitano questo ambiente e che nel tempo hanno contribuito a definirlo.
Nella Mappa della comunità di Parabiago, una delle prime in Lombardia, trovano posto luoghi, personaggi, toponimi locali, piatti tipici, modi di dire, tutto ciò che contraddistingue e rende unica Parabiago e i suoi abitanti.
Santa Maria di Castellabate: il Museo del Paesaggio e della Natura
È un museo interattivo e innovativo che offre ai visitatori nella modalità virtuale, con una serie di dispositivi di ultima generazione, un compendio delle risorse naturalistiche del territorio del Parco del Cilento. In particolare si può compiere un tour 3D nei diversi scenari ricostruiti nei tre padiglioni del complesso museale indossando gli Oculus Rift.
Nelle sale del Museo sono rappresentati, mediante la realizzazione di diorami realistici e sistemi multimediali, i tre habitat caratteristici del Parco (fluviale, montano e delle dune costiere), fruibili dai visitatori in modalità immersiva.
Castelli Romani e Monti Prenestini: il Sistema Museale Territoriale (Museumgrandtour)
Il Sistema Museale interessa una popolazione di circa 200.000 abitanti e un’ampia area geografica vicina a Roma, ricca di attrattive turistiche, di un diffuso patrimonio culturale e antropologico e di un suggestivo paesaggio.
I numerosi musei del Sistema documentano la storia del territorio in un arco cronologico che inizia dalle ere geologiche e percorre le tappe dell’evoluzione dell’uomo.
Le diverse tipologie museali propongono ai visitatori un’offerta profondamente eterogenea. Utilizzano apparati e attività didattiche multidisciplinari e strumenti tecnologici in grado di attrarre l’interesse di un pubblico diversificato ed esigente.
Il comune denominatore del “Museumgrandtour” è il paesaggio, inteso come il trait d’union capace di esprimere in maniera trasversale un territorio ampio ed eterogeneo, su cui insistono numerosi musei differenti per tipologia, allestimenti e contenuti.
Da un museo all’altro si passa dalla storia geologica ed evolutiva dell’area dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini al racconto dell’evoluzione antropologica del paesaggio, dal tema del paesaggio in chiave storico-urbanistica alle testimonianze pittoriche del paesaggio attraverso il tempo.
Fare Geo
- Il paesaggio come lo intendiamo oggi si afferma all’inizio dell’età modena: con il XVII secolo si diffuse un vero genere pittorico che dipingeva il paesaggio così com’è. Cerca in Internet un paesaggio dipinto in modo idealizzato e un altro dipinto in modo realistico.
- Ispirandoti all’esperienza museale di Parabiago, elabora con i compagni il progetto di un “Ecomuseo del paesaggio” della località in cui abitate. L’obiettivo è aiutare i residenti e i visitatori ad apprezzare, riconoscere e comprendere il paesaggio per prendersene cura e per migliorarlo. Prevedete:
- una mappa e un tour virtuale della zona;
- le schede descrittive delle specificità del paesaggio naturale, di quello rurale e di quello urbano, corredate da foto e video;
- una relazione collettiva con narrazione in forma di storytelling o digital storytelling.
- Spiega con degli esempi come gli enti locali del tuo territorio curano (o non curano) la tutela del paesaggio.
- Elenca alcuni usi, costumi e mestieri tradizionali che potrebbero essere presentati e valorizzati in un museo (o in un ecomuseo) della tua città.
- Dibatti con i tuoi compagni il seguente tema: il paesaggio è tale solo se è un “bel paesaggio” o lo è a prescindere dalla sua bellezza?
- Hai un tuo “paesaggio del cuore”? Confronta la tua risposta con quella dei tuoi compagni; create poi un poster con fotografie e descrizioni didascaliche.