Giornata internazionale del Volontario: Chiara e Beatrice, la storia di due studentesse

Giornata internazionale del Volontario: Chiara e Beatrice, la storia di due studentesse

Un impegno gratuito e appassionato per il bene comune: il volontariato è uno strumento fondamentale per promuovere la pace e lo sviluppo nel mondo, compensando talvolta le inefficienze degli interventi pubblici. Il 5 dicembre si celebra la Giornata internazionale del Volontario per riconoscere l’importanza di queste iniziative, veri e propri semi di convivenza.
Con l’occasione, abbiamo realizzato quattro interviste a volontarie che operano in diversi settori. Quattro ragazze, quattro luoghi lontani fra loro, quattro esperienze diverse, vissute con passione e senso civico, testimonianze dirette di uno stile di vita animato da profondi valori di solidarietà per le persone e il Pianeta. Iniziamo a conoscere Beatrice, volontaria presso Croce Bianca Milano Centro, e Chiara, che si impegna a fianco della cooperativa sociale Qualcosa di Diverso che promuove il progetto XFarm Agricoltura Prossima.

Il potere delle azioni collettive: #IfEveryoneDid

Lo United Nations Volunteers, l’agenzia delle Nazioni Unite che organizza la Giornata internazionale, ha scelto come tema del 2023 il potere delle azioni collettive:

Se tutti facessero volontariato, il mondo sarebbe un posto migliore. Immaginate più di otto miliardi di persone che fanno volontariato. Possibilità illimitate per lo sviluppo sostenibile: cibo e istruzione per tutti, ambiente pulito e buona salute, società inclusive e pacifiche e altro ancora.

UN Volunteer, International Volunteer Day 2023

Spesso sono i volontari a intervenire in prima persona in situazioni di crisi e di emergenza. If everyone did, se tutti lo facessero… se tutti offrissero un po’ del loro tempo e delle loro capacità per il benessere collettivo, si attiverebbe un’enorme risorsa per un reale cambiamento sociale, economico e ambientale.

In Italia l’esperienza del volontariato vanta una solida tradizione; oggi le persone che donano il loro tempo per iniziative di solidarietà sono circa 5 milioni, una cifra in calo rispetto al periodo precedente alla pandemia, ma che comunque è rappresentativa della vitalità di un universo vario e ben organizzato. Abbiamo incontrato due volontarie, che ci hanno raccontato la loro esperienza sul campo, in Italia e all’estero.

Chiara | volontaria presso XFarm

Chiara Brusatin

Mi chiamo Chiara, ho 24 anni e studio Antropologia culturale all’Università di Venezia. Nei miei studi mi interesso di temi che riguardano l’ecologia politica, nello specifico conflitti ambientali ed esperienze di “resistenza rurale”, incarnate da chi decide di rimanere a lavorare la terra per valorizzarne il patrimonio.

Come nasce l’idea di fare volontariato? Perché hai scelto XFarm?

Volevo conoscere in modo approfondito una realtà agricola che si occupasse di rigenerazione del territorio, un interesse utile anche per supportare la stesura della mia tesi su queste tematiche. La scelta di XFarm è stata poi avvalorata dalla forte componente sociale di questo ente che opera su terreni confiscati alla mafia, introducendo nuove pratiche di cura nel rispetto della terra e delle persone che la lavorano e la abitano.

XFarm Agricoltura prossima ha sede a San Vito dei Normanni, nel cuore della Puglia, e ha trasformato le terre confiscate alla criminalità organizzata in un’azienda agricola, ecologica e sociale capace di generare lavoro, benessere per la comunità e l’ecosistema. Attraverso attività di rigenerazione ambientale, circolarità economica e promozione socio-lavorativa è un punto di riferimento per la collettività.

Quali sono le tue attività?

Le attività proposte da XFarm sono molto varie e seguono un andamento legato alla stagionalità. Si va dal lavoro nei campi con la cura e la coltivazione dell’orto e dell’agroforesta (un sistema agricolo che prevede l’introduzione di alberi e altre piante perenni all’interno delle colture), alla vendita delle verdure, fino alla vendemmia e alla raccolta delle olive. A ciò si aggiunge anche il supporto nelle attività culturali e sociali dell’azienda.

Che cosa hai potuto osservare sul territorio?

Nella mia attività di volontariato, ho potuto facilmente notare come questi territori siano affetti da numerose criticità, legate sia ai cambiamenti climatici e ambientali in atto sia alla crisi produttiva del settore agricolo. L’aumento delle temperature medie, la carenza delle risorse idriche, la graduale desertificazione dei terreni e l’abbandono generalizzato delle campagne sono alcuni degli aspetti problematici che affliggono questo settore.

Ciò avviene a fronte di una grande vivacità del mondo rurale pugliese. Una serie di esperienze e sperimentazioni agricole, sia individuali che collettive, si occupano di fronteggiare le criticità che si presentano adoperandosi in pratiche di riforestazione dei terreni abbandonati o desertificati e di valorizzazione della biodiversità e delle tradizioni agricole locali. 

Qual è l’esperienza più positiva che hai vissuto?

Faccio fatica a individuare un singolo aspetto. Non è stata infatti una specifica esperienza a coinvolgermi, quanto l’intero processo di partecipazione e creazione collettiva dell’agroforesta. Posso parlare del lavoro svolto assieme agli agricoltori dell’azienda nell’oliveto intensivo abbandonato in vista dell’espianto o della piantumazione dei moduli boschivi assieme a tutti gli altri collaboratori e volontari che si sono uniti in questa impresa. Non c’è una “classifica”, tutto ha un valore profondo. In una parola, direi che l’esperienza più positiva è quella di condivisione dell’atto agricolo in gesti di valorizzazione della terra.

E la più difficile? Cosa hai imparato?

Non ho avuto esperienze particolarmente difficili. Tuttavia, una difficoltà degna di nota è stata quella di imparare a ragionare nei termini di cicli naturali e di variazioni climatiche. Immedesimarmi in questa prospettiva mi ha permesso di capire meglio ciò che mi veniva comunicato dagli agricoltori e perché venivano intraprese determinate pratiche o lavorazioni al posto di altre.

Che cosa ti piace di più della tua attività? Perché la suggeriresti a ragazzi e ragazze? 

Uno degli aspetti attraenti di questa esperienza è sicuramente che le attività sono sempre dinamiche e perciò molto varie, non si fa mai la stessa cosa. Un’altra ragione di interesse è dovuta al lavoro in campagna in un contesto rurale che, diversamente da alcuni stereotipi con cui normalmente viene rappresentato, può diventare anche un luogo di ritrovo collettivo, di festa e divertimento. Ma l’aspetto più bello e rilevante è legato all’esperienza relazionale con le persone che frequentano XFarm e che in questi mesi hanno animato e arricchito la mia attività di volontariato. 

Con la tua associazione lavori con le scuole? Che cosa fate con i giovani?

Alle ragazze e ai ragazzi under 18 proponiamo alcune esperienze mirate, per coinvolgerli in una dimensione rurale di attenzione e cura per l’ambiente naturale. Tra le principali, segnalo:

  1. XFarm Land Art, il primo Parco Artistico Rurale su terreni confiscati alla mafia in Puglia, che coinvolge attivamente giovani cittadine e cittadine under 18 come co-autrici e co-autori di opere collettive di arte rurale e land art. Il sito diventerà un’attrattiva artistica per la cittadinanza e i visitatori all’insegna dell’economia della bellezza e della legalità. 
  2. 100 esperienze da fare prima di diventare grandi, laboratori multidisciplinari per ragazzi under 18: un progetto di apprendimento non formale che punta a stimolare l’interesse dei ragazzi e delle ragazze verso il mondo che li circonda, dando loro maggiori strumenti per interpretare la propria esperienza della realtà.
  3. E!State Liberi!, campi estivi nelle terre confiscate alla mafia a San Vito dei Normanni, con momenti di impegno e formazione promossi da Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Beatrice | volontaria presso Croce Bianca Milano Centro

Beatrice-Postacchini

Ciao! Sono Beatrice, ho 20 anni e vivo a Milano da quando sono nata. Qui studio infermieristica all’università e lavoro come babysitter o come maschera a teatro.

Come nasce l’idea di fare volontariato? Perché hai scelto Croce Bianca Milano Centro?

Nei miei progetti per il futuro c’è da sempre il desiderio di fare una professione che possa risultare utile agli altri, che li aiuti a stare meglio, dia sollievo in momenti spiacevoli e supporto e compagnia in quelli di solitudine. In attesa di realizzare questo sogno nel cassetto, appena maggiorenne ho cercato qualcosa che potesse soddisfare le mie aspirazioni nel mondo del volontariato. Ho trovato la risposta nell’impegno di soccorritrice extraospedaliera, facendo quindi servizio di soccorso in ambulanza, presso la Croce Bianca Milano Centro, una realtà che mi ha sempre affascinato…

Infatti questa storia parte da lontano: per tutti e cinque gli anni della primaria, nel tragitto casa-scuola passavo davanti alla sede della Croce Bianca Milano Centro e al suo garage pieno di ambulanze parcheggiate; a volte poi capitava di vederle partire in servizio improvvisamente, il che mi ha sempre emozionata. Una piccola esperienza che ha segnato la mia attrazione per questo mondo.

Quali sono le tue attività?

All’interno di ogni equipaggio ci sono diversi ruoli, ma – come in ogni lavoro di squadra- è fondamentale la collaborazione. Io sono quello che viene definito “terzo”, che dipende, come il resto della squadra, dal suo capo servizio; a livello tecnico è un’attività che prevede diversi interventi, come prendere i parametri vitali o applicare i presidi. Il tutto rigorosamente secondo i protocolli ufficiali, che aiutano a gestire anche situazioni di emergenza nelle quali è facile essere preda dell’emozione e dell’agitazione.

L’aspetto più complesso – ma allo stesso tempo gratificante – è l’approccio da usare con la persona che mi trovo davanti. Ognuno è diverso, quindi prova diverse emozioni, ha differenti reazioni, il che significa che ha bisogno della mia massima empatia e comprensione. Per questo, la prima cosa che faccio è presentarmi e spiegare che cosa dovrò fare, cercando di instaurare passo per passo una relazione di fiducia con il paziente.

Che cosa hai potuto osservare sul territorio?

Essere volontaria in ambulanza mi dà la possibilità di osservare tutte le sfaccettature della mia città, scoprire ciò che la valorizza e rilevare le sue carenze problematiche. Possiamo capitare sul ciglio della strada per assistere un senzatetto, in una casa di riposo, in carcere, in un rinomato studio legale…

Un’altra grande opportunità è quella di avere a che fare con l’ambiente ospedaliero, indubbiamente un’occasione per imparare dai professionisti che vi lavorano, anche se all’inizio è più che normale sentirsi spaesati e non sapere come rendersi utili.

Qual è stata l’esperienza più positiva che hai vissuto? E quella più difficile? Cosa hai imparato?

Non penso di poter individuare un’esperienza in particolare, sia nel bene che nel male. Certamente ci sono servizi che lasciano più il segno, ma credo che ciò che rende più incisivo un momento rispetto ad altri stia nelle piccole cose: anche solo una frase o un gesto possono colpirmi particolarmente, in modo positivo o negativo. Molte volte sono questi “dettagli” a mostrare umanità o, al contrario, crudeltà e ingiustizia.

Tra le sensazioni migliori che questa attività mi dà modo di provare, c’è la soddisfazione per ciò che ho fatto, ma allo stesso tempo anche la consapevolezza di poter fare meglio, perché so che non smetterò mai di imparare, non solo a livello di competenza pratica ma anche emotiva, il che è davvero stimolante e mi aiuta a crescere continuamente.

Inoltre ho imparato ad adattarmi alle situazioni. Quando sono in ambulanza, prima di arrivare sul luogo dell’evento, mi prendo qualche secondo per concentrarmi e immaginare cosa dovrò fare per svolgere al meglio il mio lavoro. Ma questo è un impegno che richiede una grande capacità di adattarsi, cambiando con rapidità l’approccio e lo schema mentale di partenza. Non sai mai di preciso che cosa ti troverai ad affrontare.

Che cosa ti piace di più della tua attività? Perché la suggeriresti a ragazzi e ragazze?

Non è tanto che mi sono buttata in questa esperienza, ma nonostante ciò ho avuto modo di integrarmi bene nel contesto, in quello che devo fare e nel gruppo in cui sono. E l’entusiasmo, come credo trapeli dalle mie parole, persiste!

Mi sento vivamente di consigliare di intraprendere questo percorso o almeno di avvicinarsi a questo mondo a chiunque se ne senta attratto. Quello che più mi piace dell’essere volontaria è innanzitutto che mi permette di fare esperienze alternative rispetto all’ambito delle relazioni che normalmente frequento.

Mi consente inoltre di avere modo di conoscere le diversità e la bellezza della varietà umana, e di conseguenza di mettermi alla prova ogni giorno, rendendomi utile per quanto mi è possibile e aiutando chiunque, senza distinzioni.

Infine, da un punto di vista più concreto e pratico, c’è sicuramente il fatto di essere in grado di intervenire quando c’è bisogno, non solo quando in servizio, ma in qualsiasi momento della mia quotidianità, controllando le emozioni e mettendo a frutto le competenze che mi sto costruendo nell’ambito del volontariato.

Cosa fa Croce Bianca con le scuole? 

La Croce Bianca organizza progetti per i diversi gradi scolastici. Per le Scuole materne e della primaria si spiegano i principi della sicurezza attraverso giochi e attività interattive (visita sull’ambulanza, disegni, commenti). Nelle Scuole secondarie di primo e secondo grado, i soccorritori volontari condividono con studentesse e studenti la loro esperienza attraverso una diretta testimonianza; è anche l’occasione per spiegare quali sono le informazioni importanti da comunicare in una chiamata di soccorso e per mostrare le manovre salvavita in caso di arresto cardiaco.  

Fare Geo

  • Avete mai pensato di impegnarvi in un’attività di volontariato? Scoprite quali sono le opportunità nella zona in cui vivete e informatevi su quali iniziative vengono proposte e come potreste prenderne parte.
  • Dividendovi in gruppi all’interno della classe, elaborate un progetto di volontariato sul territorio, un’iniziativa concreta per cui dovrete individuare:
    – obiettivi;
    – risorse a disposizione;
    – modalità e tempi di realizzazione.
    Curate anche l’aspetto della comunicazione: per divulgare la vostra azione, trovate un titolo e uno slogan accattivanti, e realizzate un volantino per promuoverla.

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